LE INVENZIONI DI GRECHETTO E I BISCUIT DI PALAZZO REALE DI TORINO
MUSEI REALI TORINO
Scoperte 2/LE INVENZIONI DI GRECHETTO
Galleria Sabauda
22 giugno – 29 ottobre 2017
È l’affascinante tratto del Grechetto, uno degli artisti più raffinati della sua epoca, il
protagonista del secondo appuntamento dello spazio Scoperte, l’area della Galleria
Sabauda che mira a valorizzare attraverso focus specifici le straordinarie collezioni dei
Musei meno conosciute al grande pubblico.
Da giovedì 22 giugno a domenica 29 ottobre 2017 le sale del secondo piano saranno arricchite dalla mostra Le
invenzioni di Grechetto, che propone più di trenta delle sue più famose incisioni.
Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, occupa un posto di rilievo tra i
pittori italiani del ’600 ed è noto anche per le sue grandi capacità di disegnatore e
incisore.
La mostra presenta una selezione di acqueforti provenienti dal fondo di
grafica della Galleria Sabauda e mette in risalto l’inesauribile inventiva dell’artista,
figura di spicco della scuola barocca genovese.
Il percorso ricalca le tappe del suo
cammino artistico, caratterizzato da una grande versatilità e attitudine alla
sperimentazione, sia sul piano delle scelte iconografiche e compositive, sia su quello
della ricerca di nuove soluzioni tecniche.
Sono esposte oltre trenta delle più celebri incisioni eseguite tra gli anni Quaranta e
Cinquanta, che rivelano i contatti con la cultura romana, determinanti nell’evoluzione
del suo linguaggio figurativo.
Tra queste La Vergine col Bambino adorata dal
Padreterno e dagli angeli, opera di notevole carica espressiva tratta dal dipinto della
chiesa genovese di San Luca, Circe trasforma in animali i compagni di Ulisse, tema
diffuso nella tradizione pittorica genovese, e Baccanale, in questa occasione accostata
con il dipinto della Galleria Sabauda.
Di grande suggestione anche le “teste di carattere”, rinomate per la forza e la
sensibilità nella resa dei contrasti chiaroscurali, che documentano il gusto per l’esotico
e un momento di particolare interesse e ammirazione per Rembrandt.
LE BIANCHE STATUINE. I BISCUIT DEL PALAZZO REALE
Galleria Sabauda – Piazzetta Reale, 1
22 giugno 2017 – 14 gennaio 2018
Non si può dire di conoscere a fondo le collezioni del Palazzo Reale di Torino
senza averne ammirato le porcellane. Dal 22 giugno 2017 al 14 gennaio 2018 le nove
vetrine del primo piano della Galleria Sabauda espongono delle Le bianche statuine.
I biscuit del Palazzo Reale, ovvero le pregiate le porcellane che nel Settecento
costituivano l’orgoglio e il vanto delle più prestigiose case regnanti.
La bellezza dei biscuit consiste essenzialmente nella complessità e nella
raffinatezza della modellazione, che spesso riprende i temi e i motivi statuaria
dell’epoca, specialmente quella dei grandi scultori francesi.
I prodotti di biscuit si diffusero inizialmente in Francia intorno al 1750 e la
denominazione deriva dal fatto che la sua fabbricazione prevede due cotture
(letteralmente bis-cotto) ad una temperatura di circa 1300°, senza la presenza di
smalto. La sua superfice ruvida limita il suo uso soprattutto a oggetti decorativi: busti,
statuette e soprammobili; si dice che il suo uso derivi dalla precedente abitudine di
decorare le tavole apparecchiate con pupazzetti costituiti da mollica di pane pressata e
plasmata.
La raccolta di biscuit del Palazzo Reale di Torino documenta la fase
conclusiva di questa passione, fra gli ultimi fuochi della chinoiserie, ormai in
decadenza nella seconda metà del secolo XVIII secolo, e il sorgere del Neoclassicismo,
con nuovi interessi e temi.
Le vetrine
Nel dettaglio, i biscuits in mostra rimandano in prevalenza alle manifatture francesi,
che hanno fornito ai Savoia le produzioni più abbondanti, almeno a giudicare da
quanto è sopravvissuto. Allo stato attuale degli studi non si può del resto distinguere
in tutti i casi cosa fu direttamente richiesto da essi e cosa invece pervenne da altre
residenze dopo l’unificazione italiana.
La manifattura reale di Sèvres (acquistata da Luigi XV nel 1759) è presente sia con
soggetti sacri che profani. Quelli profani riguardano i gruppi (1774) con Amore e
Flora e Flora e Zefiro, e il gruppo del Giudizio di Paride (1780), realizzati sotto la
direzione artistica di Louis Simon Boizot.
I soggetti sacri sono riferibili a due statuette di relativamente grandi dimensioni,
S.Teresa e S.Clotilde.
A una non identificata manifattura, forse parigina, spettano due gruppi con la
tarantella e un ragazzo che suona le nacchere dell’ultimo decennio del XVIII
secolo.
Alla manifattura di Jean-Népomucene-Herman Nast, per la quale si può ipotizzare la
diretta ordinazione da parte di casa Savoia, risalgonouna serie di figure
mitologiche dell’ultimo decennio del XVIII secolo, con otto soggetti diversi superstiti,
e inoltre una serie di amorini simboleggianti le arti, tutti del 1810 circa.
Da Niderviller, villaggio lorenese, provengono tre vasi con coperchio del XVIII secolo e
altri due più grandi, della stessa epoca, tutti quanti “all’antica”, e che rappresentano
indicatori del gusto classico dell’epoca.
A manifattura parigina di difficile precisazione spettano invece, intorno al 1780-90,
statuine raffiguranti le stagioni, dalle caratteristiche espressioni un po’ caricate:
un Esculapio, e Amore con figura femminile (la Commedia?).
La produzione degli stati italiani è illustrata da quattro putti su basamento rocaille,
fine XVIII secolo, su modello di Giovanni Antonio Lomello, provenienti da Vinovo, con
impasto basato su materie prime del Piemonte: i Savoia non erano stati tra gli ultimi a
progettare la realizzazione della porcellana, fin dalla fase di Torino e di Vische.
Infine sono da notare tre rari gruppi ispirati a soggetti tratti dalla Gerusalemme
liberata, databili al 1780 circa, spettanti a Giacomo Boselli, proprietario della fornace
di Savona; il biscuit è ruvido, pesante e giallognolo, ma la modellazione davvero
squisita.
Foto Mario Sofia
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