INCONTRO CON SVETLANA ALKSIEVIC
Venerdì 28 aprile, Aula Magna Cavallerizza Reale. Ore 18.00
Il Premio Nobel per la Letteratura 2015 ha raccontato i principali eventi dell’Unione Sovietica, e poi (dopo la dissoluzione), della Russia tra XX e XXI secolo. Dalla guerra in Afghanistan al disastro di Chernobyl, ai suicidi seguiti alla dissoluzione dell’Urss, alla testimonianza delle donne in tempi di guerra.
Una scrittura in grado di fare il contropelo alla Storia, come gli scrittori dovrebbero fare.
A dialogare con la scrittrice bielorussa ci sarà un pilastro del giornalismo italiano: Goffredo Fofi.
Svetlana Aleksievič è nata in Ucraina nel 1948, da padre bielorusso e madre ucraina, entrambi insegnanti nelle scuole rurali. Giornalista e scrittrice, in patria è nota soprattutto per essere stata cronista dei principali eventi dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo. Fortemente critica nei confronti del regime dittatoriale in Bielorussia, è stata perseguitata dal regime del presidente Aleksandr Lukašenko e i suoi libri sono stati banditi dal paese.
Dopo dodici anni all’estero è recentemente tornata a Minsk. Ha pubblicato libri tradotti in oltre quaranta lingue, ricevendo numerosi altri riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio per la pace degli editori tedeschi alla Fiera di Francoforte (2013), il Prix Medicis essai (2013) e il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano (2014).
Di Svetlana Aleksievič sono usciti in Italia: " Preghiera per Černobyl" (Edizioni E/O 2002), " Ragazzi di zinco" (Edizioni E/O 2003), " Incantati dalla morte" (Edizioni E/O 2005), " Tempo di seconda mano" (Bompiani 2014, miglior libro del 2013 secondo la rivista “Lire”), " La guerra non ha un volto di donna" (Bompiani 2015), " Gli ultimi testimoni" , (Bompiani 2016).
Quest’ultima opera, in particolare, apre uno squarcio su una tematica quanto mai attuale quale la guerra vista con gli occhi dell’infanzia, pur narrando vicende di oltre settant’anni fa: quelle dell’estate del 1941, quando le truppe tedesche invadono la Bielorussia e ne occupano la capitale, Minsk.
Pubblicato per la prima volta nel 1985 e censurato dal regime sovietico, il libro propone le storie di bambini e ragazzi che hanno vissuto quegli anni di guerra, crescendo nell’orrore del più disumano dei conflitti. Lo fa raccontando una storia diversa da quella ufficiale, letta attraverso i ricordi e gli occhi innocenti dei più piccoli, le cui parole, che per semplicità e immediatezza hanno una forza evocativa ancora più sconvolgente, cancellano ogni ideologia e modificano il nostro sguardo sul mondo.
Foto Mario Sofia
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