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Foto: beppe © 2016

Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna Regina Consorte di Spagna



PALAZZO DAL POZZO DELLA CISTERNA

La Famiglia Dal Pozzo della Cisterna è di antichissime origini, suddivisa in vari rami che presero sede in diversi luoghi d'Italia. Il ramo più importante rimase però sempre quello di Biella che si estinse nel 1876 con la principessa Maria Vittoria che sposò Amedeo di Savoia Duca d'Aosta.

 I Dal Pozzo della Cisterna sono noti agli studiosi di storia dell'arte soprattutto come raffinati collezionisti, intenditori d'arte e mecenati. Già dal cinquecento infatti la loro collezione d'arte era di notevole interesse. Composta da moltissime opere, fra cui quadri, sculture, mobili preziosi ed oggetti rari, frutto di personali interessi e di eredità familiari era visitata e citata da illustri personaggi italiani e stranieri. La precisione con la quale le singole opere sono state descritte ha consentito di identificare in modo sicuro molti capolavori d'arte oggi in prestigiosi musei internazionali.

Purtroppo la raccolta ha subito diverse alienazioni alla fine del seicento; solo nel settecento la famiglia Dal Pozzo, trasferitasi nell'attuale Palazzo Cisterna, ha potuto riprendere a collezionare, sviluppando anche una vasta attività di mecenatismo. Nella loro residenza di campagna della Saffarona, alle porte di Torino, all'inizio degli anni ottanta, su ordine di Giuseppe Alfonso, principe colto e raffinato, venne dipinta una sala in stile gotico ed una in stile egizio, e altre sale furono decorate con temi pompeiani.

Nel palazzo Cisterna di Torino, rinnovato alla fine del settecento, vengono risistemati i capolavori di Raffaello, Guercino, Pietro da Cortona, Bernardino Lanino, Guido Reni, Caravaggio, Poussin ed altri ancora. L'interesse per l'arte dei Dal Pozzo continua anche nell'ottocento con Carlo Emanuele (1789- 1864), ultimo in linea maschile della grande famiglia, intellettuale e fine politico; dopo la morte della figlia Maria Vittoria, duchessa d'Aosta e regina di Spagna, inizia la dispersione delle opere d'arte soprattutto del Palazzo Cisterna, privando la città di un inestimabile tesoro. Si può presumere che le spese di completamento e di trasformazione del Palazzo fra il 1887 e il 1900 avessero assorbito cifre considerevoli, rendendo necessaria la vendita di beni immobili, arredi e dipinti.

Attualmente i Dal Pozzo sono oggetto di studi di ricerca sulla storia del collezionismo sostenuti dalla fondazione Paul Ghetty di Malibù. Vicende della loro superba collezione sono state illustrate nel corso di conferenze e pubblicazioni a Parigi e Londra. Gli studi si indirizzano verso un recupero più generale ed organico dei Dal Pozzo e per un loro doveroso inserimento fra le grandi famiglie italiane di mecenati e collezionisti d'arte.

 

Palazzo Dal Pozzo della Cisterna: la sede della provincia di Torino

Dal 1945 il palazzo Dal Pozzo della Cisterna è sede della Provincia di Torino.

Il nucleo originario dell’edificio era di proprietà del conte Ripa di Giaglione e risale al lontano 1675. Un decennio dopo passa nelle mani della famiglia Dal Pozzo della Cisterna, di cui ancora oggi conserva il nome, che dà avvio ad una serie di lavori di ampliamento e ristrutturazione che portarono alla costruzione degli appartamenti e delle scuderie, ai restauri della facciata e all’aggiunta di decori in stile neoclassico.

Nel 1867 il palazzo diventa sede ducale con il matrimonio tra Maria Vittoria e il principe Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, dando vita ad una nuova serie di interventi che regalano pregio e splendore all’edificio. Nel 1939 il palazzo viene venduto dai Savoia Aosta all’amministrazione provinciale di Torino. Il palazzo Dal Pozzo della Cisterna è aperto al pubblico ogni terzo sabato del mese ( ad esclusione dei mesi di agosto e dicembre), previa prenotazione. Durante la visita guidata sarà possibile ammirare i regali interni: dallo scalone d’onore allo studio del duca, dalla sala dei Tondi De Ferrari alla preziosa anticamera gialla. Da non perdere anche gli esterni, dominati dallo splendido giardino.

 

 

    Foto Beppe

 

 

 

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