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Foto: beppe © 2016
PALIO DI ASTI 2016 Il Palio, grande drappo di velluto con le insegne di Asti e la raffigurazione del patrono San Secondo, è il «sogno » cui aspirano ben ventuno contendenti. Ma, per «Palio», si intende la corsa animosa e appassionata che infiamma le terre astesi a settembre. Gli astigiani, quasi a voler raddoppiare la festa, regalano al Santo, ogni anno a maggio, un altro drappo con le medesime insegne. D’altronde, è un atto dovuto, per impetrare quella protezione che San Secondo non ha mai mancato di elargire alla sua Città: già nel 1275, infatti, ad Asti, si soleva correre il Palio in occasione della festa del Santo. Anche oggi, come allora, il Sindaco dà licenza di correre il Palio pronunciando antiche parole «...andate e che San Secondo vi assista!». E per i ventuno partecipanti incomincia una spasmodica attesa che dura per il tempo infinito - un paio di minuti! - di ognuna delle tre batterie e della finale. Sette cavalli al canapo per ogni contesa, nove per la finale e migliaia di borghigiani che sperano, tutti, nel miracolo della vittoria. Ma a vincere sarà uno soltanto: il più bravo, il più fortunato e scaltro, il più irruente. La gioia del vincitore è incontenibile. In un attimo tutto il borgo dimentica le fatiche di un anno: il lavoro per studiare e cucire i preziosi costumi della sfilata, l’affanno per organizzare le feste e le pantagrueliche cene propiziatorie della vigilia, l’impegno per mettere a punto bandiere e stendardi. Si dimenticano anche le nottate passate in scuderia accanto al cavallo, le levatacce per seguire gli allenamenti. Tutto è ripagato da un «incredibile» drappo cremisino che stringe il Rettore tra le mani: il Palio. I Palii sono composti da due elementi essenziali: il «labaro » dipinto, che porta l’effige del Santo e le insegne della Città di Asti e il «Palio» propriamente detto, costituito da una lunga pezza di velluto cremisino congiunta al «labaro». Il Palio si misura in «rasi»: sedici per il Palio della corsa, dieci per il Palio offerto alla Collegiata. Il raso, antica misura piemontese, corrisponde a sessanta centimetri. I PREMI: - 1° arrivato: Il Palio, drappo di velluto con l'effige del Santo Patrono - 2° arrivato: La borsa di monete d'argento - 3° arrivato: Gli speroni - 4° arrivato: Il gallo vivo - 5° arrivato: La coccarda ultimo arrivato: L'inchioda (acciuga) con l'insalata
La Pista: Non è facile costruire una pista per cavalli in pieno centro, in una bella piazza trapezoidale che porta il nome del più noto degli astigiani. Ma ad Asti, per il Palio, si fa anche questo e Piazza Alfi eri si trasforma: un gruppo di esperti, coordinati da un geologo, verifi ca l’esatta miscela di sabbie astiane del pliocene superiore, così che l’impasto non sia troppo cedevole o, al contrario, troppo consistente. La pista infatti dovrà “tenere” per tre giri di corsa, sia in caso di pioggia imprevista, sia in caso di tempo asciutto, perché i cavalli, in curva come in rettilineo, possano esprimere il massimo in sicurezza. Proprio per questo il tracciato è stato lungamente studiato da una commissione di tecnici: le curve sono state calibrate in modo da consentire la massima sicurezza in corsa e sono protette da robusti “materassi”. Gli astigiani tengono molto ai cavalli. Tanto che una commissione di docenti universitari, esperti nelle varie branche della veterinaria, visita accuratamente gli animali nei giorni che precedono la corsa, verifi candone con estrema attenzione le condizioni fi siche: in fondo sono atleti e come tali dovranno affrontare al meglio della forma una competizione impegnativa.La partenza si dà “al canapo”: viene tesa una grossa corda - immaginate la gomena di una nave - lunga circa 15 metri e pesante quasi un quintale, che, con un sistema di argano elettromeccanico, attraversa la pista da un punto all’altro della linea di partenza. Il mossiere, piazzato su un podio, chiamerà i diversi partecipanti alla batteria e quando giudicherà regolamentare l’allineamento, farà cadere il canapo. A quel punto per i 450 metri di pista e per i tre giri di corsa, sarà tutto in mano all’abilità dei fantini e allo sprint dei cavalli. Per allestire la pista servono circa ottocento metri cubi di sabbie astiane. Il Mossiere: Secondo il regolamento vigente il Mossiere è responsabile unico della validità della partenza delle batterie eliminatorie e della finale della corsa del Palio. Deve garantire l'allineamento al canapo dei cavalli, secondo l'ordine stabilito dal sorteggio, ha facoltà di richiamare ufficialmente i fantini scorretti durante l'allineamento e di invalidare la partenza quando ritenga che questa non si sia verificata nelle condizioni prescritte. Per prendere confidenza con cavalli e fantini il Mossiere dà anche la partenza alle prove del venerdì e del sabato antecedente il Palio. Entro ventiquattro ore dalla conclusione della Corsa del Palio, il Mossiere ha l'obbligo di redigere un verbale indirizzato al Sindaco, nel quale riferisce dettagliatamente circa le eventuali infrazioni al vigente Regolamento, commesse da uno o più concorrenti durante l'allineamento. Il Mossiere viene nominato dall’Amministrazione Comunale entro il 30 giugno di ogni anno. Non deve appartenere a Comitati Palio di Borghi, Rioni o Comuni partecipanti , non deve avere interessi riconosciuti nel Palio , né rapporti di parentela con i Rettori dei Borghi, Rioni o Comuni .
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