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« Chi a vëd Turin e nen la Venaria, a vëd la màre e nen la fija »



La reggia di Venarìa fu progettata e costruita in pochi anni (1658 - 1679) su progetto dell'architetto Amedeo di Castellamonte. A commissionarla fu il duca Carlo Emanuele II di Savoia che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese,
sull'esempio del Castello di Mirafiori (o di Miraflores), luogo destinato alla moglie del duca Carlo Emanuele I, Caterina Michela d'Asburgo situato nel quartiere che da quella reggia avrebbe poi preso proprio il nome Mirafiori.

Carlo Emanuele II, volendo anch'egli creare una reggia che si legasse al proprio nome e a quello della consorte, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, comprò i due piccoli villaggi di Altessano Superiore ed Inferiore dalla famiglia di origine milanese Birago, che qui aveva dato vita a importanti piantagioni. Il luogo venne in seguito ribattezzato "la Venaria" perché destinato agli svaghi venatori.

I lavori vennero progettati dal 1658 ed affidati agli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove. L'opera si protrasse nel tempo fino almeno al 1675, quando il borgo di Venaria (realizzato con una pianta atta a disegnare un Collare dell'Annunziata) e il Palazzo erano già in buona parte completati. In particolare, la reggia di Diana, cuore della struttura. In ogni caso, i lavori non si fermarono e, anzi, continuarono col tempo: dopo che il 1º ottobre 1693 i francesi distrussero alcune costruzioni, Vittorio Amedeo II commissionò un ulteriore intervento sulla reggia che venne ristrutturata secondo i canoni francesi.

Ulteriori danni vennero inflitti durante l'Assedio di Torino del 1706, quando i francesi di Louis d'Aubusson de la Feuillade vi presero dimora, danneggiando molte strutture destinate, in questo periodo, alla soldataglia: Vittorio Amedeo II, data la morte del Garove, affida il progetto a Filippo Juvarra. Anche nella dominazione napoleonica la reggia subì serie trasformazioni, in particolare i giardini, distrutti per farne una piazza d'armi: l'intero complesso, infatti, venne trasformato in caserma e, con la Restaurazione, questa destinazione fu mantenuta. Il complesso si confermò pure come il centro nevralgico della Cavalleria sabauda, ospitando, tra l'altro, una scuola di equitazione militare di prestigio europeo (in seno alla quale maturarono innovativi metodi di equitazione, di combattimento, di affardellamento) e un allevamento di stalloni. Nel periodo che va dalla fine delle guerre napoleoniche fino al 1978 la reggia fu utilizzata a fini militari causandone un progressivo degrado.

 

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