Up Staffarda Slideshow

1 Staffarda
2 Staffarda
3 Staffarda
4 Veduta dal chiostro
5 Veduta dal chiostro
6 Veduta dal chiostro
7 Il chiostro
8 Il chiostro
9 Il chiostro
10 L'accesso al chiostro
11 Il chiostro
12 Porticato del chiostro lato chiesa
13 Il laboratorio
14 La porta fra il chiostro e la chiesa
15 La chiesa abbaziale
16 L'altare
17 La pala d'altare
18 La pala d'altare
19 Altare, colonna di destra
20 Altare, lato sinistro
21 Altare, colonna di sinistra
22 Altare, parete lato sinistro
23 Pulpito ligneo
24 Pulpito ligneo, particolare
25 Acquasantiera
26 Le volte a crociera
27 I crociera
28 II crociera
29 III crociera
30 IV crociera
31 V crociera
32 Colonna capitello e arco
33 Capitello, lato destro
34 Capitello
35 Fuga di archi
36 Altare navata sinistra
37 Navata sinistra
38 Parete navata sinistra
39 Altare navata destra
40 La campana sopra l'altare della navata destra
41 Crocifissione
42 Il volto di Maria
43 Leggio
44 Edifici annessi
45 Edifici annessi
46 Edifici annessi
47 Edifici annessi
48 Edifici annessi
49 Loggia del grano
50 Loggia del grano
51 Ingresso della foresteria
52 Sala della foresteria
53 Sala della foresteria
54 Fregio su architrave
 

Foto di FEDERICO © 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'organizzazione del caos (ovvero il sublime dell'imperfezione)

L'Abbazia di Santa Maria di Staffarda fu costruita attendibilmente a partire dal quarto decennio del XII secolo su terreni donati nei primi anni del XII secolo dal marchese Manfredo I di Saluzzo ai monaci dell'Ordine Cistercense per farne un centro di bonifica della campagna circostante.

Venne gravemente danneggiata (in particolare il chiostro e il refettorio) il 18 agosto 1690 durante la la sanguinosa battaglia di Staffarda, tra i piemontesi di Vittorio Amedeo II di Savoia e i francesi del generale Catinat.

Nel 1750 venne affidata all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, creato dai duchi di Savoia.

L'insieme degli edifici dell'Abbazia di Staffarda presenta un impianto edilizio alquanto complesso, fortemente rimaneggiato nel corso di nove secoli. Vi si osservano principalmente, oltre agli edifici delle strutture produttive agricole, la grande porta della torre d'ingresso alla cinta fortificata due-trecentesca dell'abbazia, la Loggia del grano, sulla piazzetta antistante l'attuale ingresso agli edifici già religiosi, un edificio comunemente noto come Ospizio dei pellegrini (ma forse pure struttura produttiva) a due navate voltate a crociera su colonne in pietra, il chiostro con Sala Capitolare, il refettorio, il dormitorio (nella versione trecentesca), la chiesa con campanile (trecentesco, innalzato quindi ormai fuori dalle prescrizioni cistercensi che ne impedivano l'erezione), la sagrestia affiancata dalla scala da cui i monaci scendevano alla chiesa, la notte, per recitare i salmi.

La chiesa ha una pianta a tre navate, con finto transetto e con absidi semicircolari rivolte ad oriente; è affiancata a sud dal chiostro in parte conservato e ricostruito sul lato occidentale. Particolarmente rilevanti la sala capitolare e la sala di lavoro, con volte ad ogiva rette da colonne marmoree.

Gli edifici abbaziali presentano decorazioni scultoree ed a rilievo marmoreo (chiavi di volta, capitelli, cornici) dei secoli XII-XIV in particolare nel chiostro, nella chiesa e nella sala capitolare. La chiesa ha un endonartece trecentesco e superiormente una facciata rinascimentale con decorazioni prospettiche: all'interno si conservano significative testimonianze dell'arte tardo-gotica e rinascimentale, tra cui principalmente il pulpito tardogotico, una Crocifissione con san Giovanni e la Vergine scolpita in legno (circa 1530), la grande macchina d'altare con i dipinti di Oddone Pascale eseguito intorno al 1531-1533 e sculture in legno policromate, l'altare cinquecentesco dell'abside sinistra, con ancona lignea del 1525, scolpita con eleganti candelabri rinascimentali dallo scultore Agostino Nigra di Cavallermaggiore

Ma quello che più colpisce è quello che non si vede subito: tutti gli edifici del complesso abbaziale presentano incredibili incongruenze architettoniche. Nessun particolare risulta simmetrico, lo stipite destro di una porta è diverso da quello sinistro, tutte le colonne sono diverse così come i capitelli e le crociere delle volte, ma soprattutto queste asimmetrie non hanno nessuna giustificazione funzionale: esistono colonne imponenti che non reggono nessun carico e archi che non sostengono nessuna struttura. In particolare questo si avverte osservando come le colonne del lato destro della chiesa abbaziale differiscano vistosamente da quelle del lato sinistro. La somma degli angoli del chiostro non dà la cifra di 360°, ma quella di 357°...e nessuno è mai riuscito a capire dove si siano persi i tre rimanenti. La chiesa stessa è fortemente asimmetrica ed il suo centro non cade dove ce lo so potrebbe attendere, ma risulta essere fortemente spostato. Le colonne che sorreggono le volte della foresteria appaiono irregolarmente spaziate e anche i più piccoli dettagli come si può osservare in alcuni fregi appaiono vistose asimmetrie, anche se, a prima vista, tutto appare armonico. Nessuno sa il perchè di queste volute, reitareate imperfezioni e ciò ha fatto sorgere in alcuni il sospetto che dietro a tutto ciò possa essere celato un messaggio simbolico occulto.

Qualunque sia la ragione di ciò, il caos cristallizzato nei muri di Staffarda è davvero il monumento perfetto all'imperfezione.

E per alcuni è proprio questo il messaggio nascosto nei muri e nelle pietre dell'abbazia: gli antichi monaci hanno forse voluto suggerirci come nessuna opera umana possa essere perfetta se paragonata alle opere del Creatore.

 

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