FIOR DI LOTO A VEZZA D'ALBA
Vezza d'Alba, 7 Luglio 2023
Nel mese di luglio e fino a metà agosto, il laghetto ricoperto da fior di loto in regione Valtesio a Vezza d'Alba è nel pieno della sua fioritura ed offre uno spettacolo di colori inconsueto.
Un angolo magico del Roero per gli amanti della flora e per chi va a caccia di scorci suggestivi.
Il laghetto si trova a metà del Sentiero del Trifolao, un percorso ad anello segnalato dall'Ecomuseo, con partenza in p.za San Martino nel borgo di sommità di Vezza d'Alba (presso il Municipio). Il Sentiero è lungo circa 5,6 km.
Il laghetto è una Proprietà Privata recintata: per visitarlo basterà aprire il cancello di ingresso che è soltanto appoggiato. La visita rispettosa ed una pausa nella quiete del laghetto sono i benvenuti.
Si raccomanda di fruirne nel rispetto dell'ambiente e di non gettare alcun tipo di immondizia. Nell'area sono vietati i pic-nic.
Purtroppo l'ultima grandinata che si è abbattuta su vaste zone del cuneese e non solo, ha praticamente distrutto tutta la fioritura che stava appena sbocciando.
IL FIOR DI LOTO
Si chiama fior di loto il fiore di una pianta acquatica originaria dell’Asia e dell’America, chiamata Nelumbo; al genere nelumbo appartengono solo due specie: nelumbo nucifera, di origine asiatica, detto anche loto sacro; e Nelumbo lutea, o loto americano.
In Italia in vivaio si trovano generalmente esemplari della specie asiatica, assieme ad alcuni ibridi, che spesso sono più resistenti e vigorosi della specie botanica. I nelumbo sono piante di grandi dimensioni. Producono un ampio piede semi legnoso, costituito da radici rizomatose, che tendono ad affondare nel terreno; dalle radici si ergono vigorosi fusti cilindrici, rigidi ed eretti, che portano grandi foglie cordate o tondeggianti, ed i grandi fiori rosati o bianchi.
Le foglie del loto sono di colore verde grigiastro, e sono ricoperte da sostanze che le rendono completamente idrorepellenti; sono abbastanza coriacee, e spesso, così come i fiori, si elevano al di sopra del pelo dell’acqua, e difficilmente le si vede tutte completamente immerse o galleggianti, al contrario di quanto avviene per le ninfee.
Quando il fiore appassisce, rimane per giorni sul fusto rigido un ampio baccello, che con il passare dei giorni diviene legnoso, a forma di imbuto, che viene spesso utilizzato, disseccato, nelle composizioni floreali.

Foto Beppe Sacchetto
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