MOSTRA "COLLEZIONE DI PIATTI D'ARTE CON GLI STEMMI DEI COMUNI DEL ROERO E GLI ANTICHI VASI DA FARMACIA NELLE COLLEZIONI DEL CASTELLO"
Monteu Roero, 12 Aprile 2025
Al Piano Terreno e nelle vecchie cucine del castello di Monteu Roero, l'Associazione Turistica e Culturale BelMonteu in collaborazione con l'Associazione Astisio e il Comune di Monteu Roero, è stata inaugurata la mostra "Albissola-Monteu Roero. La collezione di piatti d'arte con gli stemmi comunali del Roero, e gli antichi vasi da farmacia nelle collezioni del castello".
Con l'occasione della giornata dedicata ai "Castelli aperti", è possibile visitare i locali del castello con visite guidate a partire dalle 10 di Domenica 13 Aprile. E' anche possibile partecipare a un itinerario artistico-religioso, "tra Sacro e Profano", sempre accompagnati da una guida, alle Chiese di Monteu Roero fino a raggiungere il castello.
Nella mostra sono presentati piatti decorati con gli stemmi di tutti i comuni roerini, compresi Bra e Cisterna d'Asti, realizzati alla fine degli anni Ottanta dall'Associazione Artistica Roero su piatti di ceramica di Albissola usciti dalla bottega del maestro Sandro Soravia, dove stava svolgendo un periodo di apprendistato Pierangelo Maccagno, uno degli appartenenti al sodalizio nato su iniziativa della Biblioteca civica di Canale nel 1983, attivo sino al 1990 e guidato dalla direzione artistica della professoressa Margherita Bertero ed il coordinamento artistico di Luisa Bellone Molino.
Questi manufatti, dopo essere stati realizzati a mano e cotti, sono stati oggetto di una colata di smalto bianco cui ha seguito una seconda cottura. Nell'arco di un paio di mesi ognuno è stato preparato per la successiva lavorazione: in assenza di supporti digitali, è stato recuperati presso ogni comune un documento su carta intestata recante il simbolo istituzionale, poi riprodotto su carta da lucido allora usato dai geometri e da qui riportato grazie alla carta grafite al centro dei piatti, pronti a questo punto per essere prima colorati attraverso pigmenti colorati lungamente mescolati con sostanza grassa ed essenza di lavanda, oro zecchino e subire poi una terza cottura.
Questa serie di piatti apparteneva ad un corpo più grande di opere, comprendenti anche una serie di piatti dalla dimensione più piccola in porcellana su cui vennero riprodotti gli scorci, i castelli e le torri delle singole comunità e ventiquattro quadri realizzati da dodici pittori piemontesi coinvolti nell'iniziativa.
Dal 20 maggio al 23 giugno 1989 il corpus completo delle opere fu protagonista della mostra Roero: 24 Comuni visti da 12 pittori piemontesi e dall'Associazione Artistica del Roero ospitata nella Sala mostre di Palazzo Lascaris in piazza Castello a Torino, allora sede amministrativa della Regione Piemonte.
L'uscita torinese costituisce il primo tentativo di promozione del territorio dal punto di vista paesaggistico ed artistico di quello che Baldassarre Molino presentò come "geometrico tessuto delle colture, le infinite forme in cui si fraziona il suolo" che "non testimoniano solo difficili vicende demografiche, ma anche un equilibrio antico che ricalca sperimentate tecniche e tradizioni".
Il successo dell'iniziativa fu tale che non solo guadagnò spazio sulla stampa torinese ma le piccole brochures promozionali vennero richieste da diverse agenzie turistiche, persino negli Stati Uniti.
Dopo la mostra la serie di quadri e buona parte dei piatti più piccoli andarono persi, mentre i piatti con gli stemmi rimasero per alcuni anni presso l'Enoteca del Roero di Canale.
In occasione di un successivo trasferimento emerse che la collezione mancava di alcuni esemplari ed altri erano rotti. Oggi quest'ultima collezione è tornata completa perchè i manufatti sono stati rifatti ad inizio degli anni duemila grazie all'interessamento dell'allora presidente dell'Unione Collinare Roerina e sindaca di Castagnito Anna Becchis Vezza.
Dopo anni di paziente cura presso la casa di Luisa e Baldassarre Molino, la collezione di piatti torna accessibile, grazie ad un accordo con l'associazione culturale Astisio, a quanti visitano ogni anno il castello di Monteu e l'intero Roero, testimoniando l'unicità del territorio, l'unicità della sua storia e la bontà di una scommessa, quella di chi ha saputo puntare su una certa idea di attaccamento alla propria terra per costruire insieme il futuro della comunità roerina.

Foto Beppe Sacchetto
|