GIORNO DELLA MEMORIA 2025 - PIETRE D'INCIAMPO: STORIE E MEMORIE
Asti, 27 Gennaio 2025
Un piccolo blocco quadrato di pietra con una targhetta in ottone: posto davanti all'ultima residenza della vittima della deportazione rappresenta un inciampo emotivo e mentale, chiede al passante una sosta per interrogarsi, cercare di capire, riflettere. Ogni pietra di inciampo porta con sé un nome e quindi una storia di vite e di famiglie spezzate e ci chiede di mantenere viva una memoria che è di tutti, perché Una persona viene dimenticata soltanto quando ne viene dimenticato il nome.
ll Comune di Asti, come ogni anno, celebra il "Giorno della Memorio" con una serie di eventi volti a
sensibilizzare la cittadinanza sul tema della memoria, per non dimenticare cosa fu la Shoah e i milioni di
vittime che produsse.
In occasione degli 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, la Città di Asti, con la preziosa
collaborazione dell'ISRAT - lstituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia
diAsti - ha posato sul proprio territorio 20 pietre d'inciampo a ricordo di quei cittadini che furono deportati
e non fecero più ritorno.
Le pietre verranno collocate in diverse parti della Città: una mappa virtuale del
percorso urbano della memoria, guiderà i cittadini e i turisti interessati a individuare la dislocazione delle pietre cittadine.
"Sono fiero che la Città di Asti per la prima volta possa posare le sue pietre d'inciampo a ricordo di cosa fu l'Olocausto - commenta il Sindaco Maurizio Rasero.
Questo è un evento che coinvolge tutta la città, ma che deve soprattutto arrivare alle scuole e alle giovani generazioni. Il 2025 rappresenta un anniversario molto importante: ricorrono infatti gli 80 anni dalla liberazione, un presupposto fondamentale per la democrazia, la dignità di ciascun individuo. ln questo
contesto anche la Città di Asti entra a far parte del grande progetto europeo delle pietre d'inciampo, ideate
dall'artista Gunter Demnig con l'obiettivo di tenere viva la Memoria di tutti i deportati contro ogni forma di
negazionismo e di oblio. Ogni pietra posata significa simbolicamente il ritorno a casa di una persona
deportata e il suo ricordo presso la comunità".
"E' il punto di arrivo di un lungo percorso di ricerca e di studi perché dietro ad ogni pietra c'è la storia di una famiglia la cui quotidianità è stata spezzata dalle leggi antiebraiche del fascismo e poi dalla deportazione - ha spiegato
Nicoletta Fasano dell'lSRAT. Ma è anche un punto di partenza: ogni pietra impone un inciampo, un interrogativo, un cercare di capire, in un continuo passaggio di testimone nel mantenere vive storie e memorie che appartengono a tutti".
ASTI: UN ITINERARIO
Via Giobert n. 66
Qui erano ricoverate per malattia, presso le Suore Stefanine, ALICE DE BENEDETTI, di 63 anni e GIORGINA DE BENEDETTI, di 55 anni. Entrambe partono per Auschwitz il 26 giugno 1944.
Piazza Martiri della Liberazione, lato via Alcide De Gasperi
Qui abitava ROSINA EMILIA SEGRE, di 68 anni. La sua famiglia viene segnata tragicamente dalla Shoah: saranno deportati ad Auschwitz anche i due figli, Luigi e Remo, avvocati e notai a Torino, la nuora Ilke Vitale e i due nipotini Raimondo e Ruggero, di sette e dodici anni.
Via Massimo D'Azeglio n. 1
Qui abitavano OLGA E LEOPOLDO JONA, di 61 e di 66 anni, con i loro figli Elda, Donato, Lino, Laura ed ENRICA, che riesce a tornare dal campo di sterminio. Sarà lei, con la sorella Elda, a testimoniare per anni il dramma vissuto dagli ebrei astigiani.
Qui abitavano LISA DRESNER E TEODORO ROZAJ, ebrei croati di 26 e 33 anni, internati ad Asti dal giugno del 1942. Entrambi sopravvissuti alla deportazione, i loro destini si separano nel 1946: Lisa riesce a raggiungere Israele e a formare una nuova famiglia mantenendo un solido legame di amicizia con Enrica Jona, mentre Teodoro, dopo aver trascorso alcuni mesi ad Asti, parte per l'Uruguay.
Via Orfanotrofio n. 4
Qui abitava ESTER ELVIRA LEVI, di 66 anni, vedova di Elia Segre, commerciante di tessuti. Non sopravvive al campo di sterminio nemmeno suo fratello Federico, di un anno più vecchio, arrestato a Casale Monferrato.
Via Monsignor Rossi n. 3
Qui abitava ROSETTA LEVI, di 65 anni. Era nata a Torino ma risiedeva ad Asti. Viene arrestata due volte: nel dicembre 1943, quando viene rilasciata perché ammalata, e poi il 19 maggio 1944.
Corso Alfieri n. 345, nei pressi dei Giardini Alganon
Qui abitava SARA ESTER LEVI, di 73 anni, nubile. Viene arrestata due volte: nel dicembre 1943, quando viene rilasciata perché anziana. Nuovamente arrestata viene detenuta, insieme ad altri ebrei astigiani, presso l'orfanotrofio della Consolata. Parte per Auschwitz il 26 giugno 1944.
Corso Alfieri n. 336
Presso la casa di Camillo Luzzati erano sfollati da Torino dov'erano andati ad abitare dopo il matrimonio, la figlia ESTELLA, 35 anni, con il marito ITALO FON, 37 anni, ed il nipote GUIDO di 8 anni, il più piccolo deportato astigiano.
Via Roero n. 60
Qui abitava ANNITA LEVI, 57 anni, vedova e sola, è stata arrestata nel gennaio 1944. Portata nel carcere San Vittore di Milano, arriva ad Auschwitz il 6 febbraio.
Via Nazario Sauro n. 9
Qui abitavano REGINA GHIRON, 89 anni, e la nuora ADA OSIMO, 52 anni. La loro famiglia viene distrutta dalla Shoah: muoiono ad Auschwitz anche la sorella di Regina, Dolce, il genero, i nipoti e i due pronipoti, di nove e dodici anni, arrestati a Torino.
Via Aliberti n. 19
Qui, nel cortile interno, abitavano le sorelle JONA, MARIANNA BONA ESMERALDA e BENVENUTA REGINA di quasi settant'anni. Nubili, facevano le portinaie dello stabile ed erano bravissime sarte e ricamatrici.
Via Ottolenghi n. 6
Qui abitava PRIMA COLOMBO, 71 anni, nubile. Con lei vengono deportati anche il fratello Alberto con la moglie Estella Foà ed il figlio trentunenne Amerigo. Nessuno di loro sopravviverà ad Auschwitz.
Foto Beppe Sacchetto
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