FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA PATRONO DI TORINO: SANTA MESSA SOLENNE
Torino, 24 Giugno 2018
Com’è tradizione, domenica 24 giugno 2018 alle 10.30 in Cattedrale mons. Nosiglia ha presieduto la S. Messa per la festa patronale di San Giovanni Battista.
Ogni anno la Famija Turinèisa realizza parte delle manifestazioni inerenti i festeggiamenti del santo patrono, con alcuni appuntamenti fissi quali la Santa Messa presso il Duomo, officiata dal Cardinale di Torino, alla presenza delle autorità cittadine e della cittadinanza. Durante la celebrazione viene inoltre effettuata la benedizione dei Pani della Carità...
Per descrivere la Festa di San Giovanni ma soprattutto la notte tra il 23 e il 24 giugno non è sicuramente sufficiente lo spazio di questa pagina perché le tradizioni e i significati legati a questa data sono innumerevoli.
Una certezza c’è: la celebrazione non è di origine cristiana ma è legata al culto del sole; il 21 giugno è il giorno del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno dove il sole brilla più a lungo in cielo e dove si pensa alla luce come vittoria sulle tenebre, del bene contro il male.
Nella notte tra il 23 e il 24 è usanza a Torino e in varie parti del Piemonte accendere il falò che gli antropologi associano a reminiscenze pagane come omaggio al Dio sole.
Per quanto riguarda l’origine cristiana e la festa di San Giovanni a Torino, il Battista fu da sempre patrono della città anche prima del 1490, quando ancora sulla sede dell’attuale Duomo s’innalzavano le tre vetuste basiliche contigue e intercomunicanti che si protendevano fin sotto l’attuale Palazzo Reale: la prima, verso le mura, era dedicata al Salvatore, la seconda (battesimale) a San Giovanni Battista, la terza a Santa Maria “della chiesa maggiore”.
In nome di San Giovanni il fisco esigeva le sue ragioni, “Beni e uomini di San Giovanni” chiamavansi i beni e gli uomini della Chiesa torinese, “San Giovanni” era il grido dei combattenti per le libertà comunali; a San Giovanni erano indirizzati i doni dei fedeli, a San Giovanni i Canonici dedicarono l’antico ospedale da essi fondato “aperto per la salute temporale dei poveri ed eterna dei ricchi”.
La vigilia della Festa di San Giovanni dalle campagne giungevano i contadini che si accampavano in piazza Duomo riparandosi con “baracche” di frasche e pergole di fiori, ingannando il tempo dell’attesa cantando e bevendo. Dopo le funzioni di chiesa aveva luogo la baleuria dei vignolanti con canti e “correntone”.
La sera si faceva una grande falò (piem. farò) in piazza Castello, presso Palazzo Madama, dove oggi sorge il monumento all’alfiere, per il quale gli abitanti di Grugliasco dovevano provvedere le fascine e nel quale si bruciavano anche le corde usate durante l’ultimo anno per le impiccagioni. Qui piantava anche le sue tende la Società degli Stolti che aveva il compito di regolare le feste di San Giovanni. Secondo la tradizione era uno dei Sindaci che doveva appiccare il fuoco alla catasta di legna.
Si hanno tracce di tale usanza già nel 1325 e dagli Ordinati Comunali si apprende che in tal circostanza veniva donato un abito nuovo al “trombetta civico”, era fatta designazione di alcuni Savi ad assistere alla festa e s’invitavano tutte le corporazioni d’arti e mestieri. In epoche meno remote e fino a tutto il 1819 la catasta si erigeva sul rettilineo della Doragrossa (via Garibaldi): da quell’epoca, per desiderio del Re, si collocò sull’asse mediano di contrada dei Cavagnari in corrispondenza del portone di Palazzo Reale. Al tripudio continuarono a presiedere , fino al 1854, le autorità costituite; le truppe del presidio sparavano a salve, dalla reggia assisteva la famiglia sabauda.
Per parecchi anni la festività era stata sospesa e negli anni ’60 la città di Torino ha ripreso i festeggiamenti riproponendo il corteo storico curato dall'Associassion Piemontèisa.
La Famija Turinèisa dalla sua costituzione invece è sempre stata presente in Duomo per le cerimonie religiose occupandosi della distribuzione dei pani della carità alla cittadinanza e alle autorità presenti alla messa. La tradizione vuole che i pani benedetti vengano distribuiti alla popolazione in ricordo della fine della peste del 1706.
Altre associazioni si occupano di movimentare i giorni che precedono la festività di San Giovanni con concerti, gare di canottaggio sul Po per concludersi con i fuochi d’artificio regalati dalla città di Torino alla cittadinanza e realizzati dalla ditta Panzera che radunano più di 100.000 persone in riva al Po.
Anche quest’anno l’assessorato al Turismo e Tempo libero sotto la guida dell’assessore Renato Montabone riproporrà una settimana di festeggiamenti con la conclusione finale dei sempre attesi fuochi d’artificio ai quali ci auguriamo partecipino oltre ai torinesi anche tanti turisti che arrivano nella nostra città per scoprirne i suoi tesori ed essere accolti con ospitalità e cortesia tutta torinese nel giorno del Santo Patrono.
Foto Beppe Sacchetto
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