Up Presentazione Restauro Arazzo Madonna del Divino Amore Slideshow

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Foto: Beppe Sacchetto © 2020



PRESENTAZIONE RESTAURO ARAZZO "MADONNA DEL DIVINO AMORE"

Madonna del Divino Amore, 1532-1538
Trame in lana, seta, argento e oro, ordito in lana - 307 x 202 cm
Museo Pontificio Santa Casa di Loreto



Venaria Reale, 22 Giugno 2020

In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Raffaello, da oggi, lunedì 22 giugno 2020, si potrà ammirare in Reggia l’arazzo “Madonna del Divino Amore o della Benedizione”, realizzato ad inizio Cinquecento dalla raffinata manifattura di Bruxelles, su cartone derivante da un’opera di Raffaello Sanzio e proveniente dal Museo Pontificio Santa Casa di Loreto.

L’arazzo traduce, con filati preziosi, una delle immagini più note della produzione pittorica del Maestro, che ebbe grande fortuna critica, soprattutto nel XIX secolo, quando venne denominata “Madonna del Divino Amore”. Vi sono raffigurati la Madonna con Bambino, Sant’Anna e San Giovannino. L’opera era parte di una serie tessuta su modello raffaellesco raffigurante episodi della vita della Vergine, commissionata dal potente Vescovo di Liegi Érard de la Marck. Nel XVII secolo divenne proprietà di Papa Alessandro VIII Ottoboni e nel 1723 il nipote, il cardinale Pietro Ottoboni, ne fece dono al Santuario di Loreto.

L’opera è allestita nella sacrestia della Cappella di Sant’Uberto e sarà visibile gratuitamente nel percorso di visita della Reggia.

Paola Zini - Presidente del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude - è particolarmente lieta di “sottolineare il valore sistemico di quest’operazione, in linea con la rinnovata mission del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude che vede in Venaria - e nell’integrazione con le altissime competenze del Centro Conservazione e Restauro - un HUB di studio, ricerca, alta formazione, conservazione, gestione e valorizzazione di beni culturali e del patrimonio UNESCO, da far conoscere e apprezzare a pubblici locali e internazionali. E’ occasione per rinnovare la preziosa collaborazione con il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, generoso prestatore per le mostre su Lorenzo Lotto del 2013 e Raffaello nel 2015. Consente, infine, alla Reggia di Venaria di partecipare alle celebrazioni promosse dal Mibact del grande Raffaello nel cinquecentenario della sua morte, con un esempio altissimo di quelle “arti congeneri” alle quali il Maestro rivolse senza preclusioni il suo impegno creativo”. L’esposizione, che si protrarrà fino a 6 settembre 2020, è l’ultima tappa di un progetto nato dalla collaborazione tra la Fondazione CRC e il Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale", nell’ambito di un programma pluriennale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e che ha come concept quello di portare un’opera importante nei laboratori del Centro per un intervento di studio, analisi e conservazione e i cui risultati possano essere espressi in un’esposizione pubblica.

Dopo i progetti che hanno riguardato opere di Manet e Kandinskij, con Mostre nel 2017 e 2018 presso il Museo della Ceramica di Mondovì, consueto partner dell’iniziativa, l’operazione del 2019- 2020 è stata dedicata appunto alle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Raffaello.

E’ stato così selezionato uno dei più raffinati capolavori della tessitura del XVII secolo, realizzato a partire dai disegni e dalle incisioni che riprendevano la Madonna del Divino Amore, dipinto di Raffaello, conservato oggi al Museo di Capodimonte di Napoli. Dopo il restauro, da novembre 2019 fino alla chiusura imposta dall’emergenza sanitaria, l’opera è stata esposta a Mondovì. "Avere in esposizione l'arazzo Madonna del Divino Amore da un'opera di Raffaello Sanzio”, affermano Andreina d'Agliano - Presidente Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì e Christiana Fissore - Direttore Museo della Ceramica di Mondovì “ha rappresentato per il Museo della Ceramica una straordinaria opportunità di cui siamo grati alla Fondazione CRC e al Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, in quanto numerosi visitatori , non solo appassionati di ceramica ma interessati all'opera legata al Maestro urbinate hanno potuto visitare il nostro museo".

Questa staffetta culturale è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione CRC. “A partire dal 2017 la Fondazione CRC”, afferma Giandomenico Genta - Presidente della Fondazione CRC “ha avviato in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” un percorso di promozione dell’arte e della bellezza attraverso il restauro e la valorizzazione di opere d’arte di assoluto valore. Dopo le opere di Manet e Kandinskij, nel 2019 protagonista del progetto è stato l’arazzo Madonna del Divino Amore del Museo Pontificio di Loreto, esposto in anteprima assoluta dopo la conclusione dell’intervento di restauro presso il Museo della Ceramica di Mondovì tra novembre 2019 e febbraio 2020. L’esposizione che viene ora inaugurata presso la Reggia di Venaria conferma la bontà del lavoro di squadra fatto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale”.

Per Stefano Trucco, presidente del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, l’operazione ha rappresentato “una sinergia virtuosa tra fondazione bancaria, centro di conservazione e ricerca, musei e luoghi di valorizzazione. Il progetto ci ha permesso di continuare la collaborazione con il Museo Pontificio di Loreto, iniziato anni fa con interventi su altri arazzi delle serie raffaellesche lì conservate. Abbiamo voluto che quest’anno ci fosse anche una valorizzazione del nostro lavoro non solo sul territorio cuneese per il quale il progetto con la Fondazione CRC è nato, ma anche nella Reggia di Venaria – continua Trucco - L’esposizione nella Sacrestia dell’arazzo è un’ambientazione perfetta che ricrea il senso e lo scopo per il quale l’opera era stata creata, per la devozione privata di un grandissimo collezionista del Cinquecento”.
 

Sono molto grato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo che ha deciso di finanziare il restauro di un manufatto di così grande valore come “La Madonna del Divino Amore”, realizzato su disegno di Raffaello. Con molto piacere partecipo oggi alla presentazione di tale restauro e all’apertura della mostra, dopo che lo stesso era stato presentato ed esposto nell’inverno scorso presso il Museo della Ceramica di Mondovì. Altrettanta gratitudine devo, oltre che al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, che ne permette l’esposizione ora presso questa splendida Reggia, al Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, per l’attenzione e la competenza con la quale le sue maestranze si sono occupate di questo come, anni addietro, di un altro arazzo su cartone raffaellesco (“La pesca miracolosa”), entrambi patrimonio del Santuario Pontificio di Loreto.

Questo arazzo chiamato “Madonna del Divino Amore” è stato fonte di diversi studi che ne hanno evidenziato due interpretazioni. La prima che i soggetti presenti siano la Vergine Maria, Santa Elisabetta, Gesù e Giovanni; la seconda invece identifica nella figura femminile centrale Sant’Anna, la Madre di Maria. Ringrazio quanti operano nello studio approfondito di queste opere che ci permettono anche di raccogliere interpretazioni artistiche diverse della storia della salvezza, della storia della nostra fede cattolica. Ciò che accomuna le due interpretazioni è che entrambe partono storicamente dal medesimo luogo: la Santa Casa che custodiamo a Loreto. In quella Casa Maria è stata concepita Immacolata nel grembo di Sant’Anna, tra quelle tre pareti Maria ha pronunciato il suo “Si” all’angelo con la frase “Eccomi sono la serva del Signore” e sempre da lì è partita verso la cugina Elisabetta per portale aiuto e sostegno nella gravidanza.

Ringrazio quanti hanno permesso questa mostra, nonostante le difficoltà dettate anche dall’emergenza sanitaria in corso e auguro ogni successo all’esposizione confidando nel proseguo della collaborazione tra il Museo Pontificio Santa Casa, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.

                                                              S.E. Mons. Fabio Dal Cin – Arcivescovo Prelato di Loreto e Delegato Pontificio





 

L’arazzo Madonna del Divino Amore si caratterizza per peculiarità tecniche e materiche di altissimo livello, tali da confermare l’ambito di eccellenza in cui è stato realizzato. Il restauro ha rappresentato per il Laboratorio Manufatti Tessili del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” un’occasione unica di conoscenza dei materiali originari e di riflessione critica per la messa a punto di una strategia conservativa finalizzata al rispetto dei valori materici e formali del panno tessuto. Le fasi di pulitura hanno permesso il recupero della vivacità delle cromie originali e della nitidezza della composizione. La rimozione dei depostiti di polvere è stata condotta con una microaspirazione della superficie tessile, mentre il trattamento puntuale delle diffuse macchie scure presenti sugli incarnati ha richiesto una metodologia di pulitura innovativa effettuata con strumentazione LASER.
L’integrità materica e visiva dell’arazzo, unite alla consapevolezza di operare su un capolavoro assoluto dell’arte della tessitura, ha condotto ad adottare in fase di consolidamento il metodo conservativo. Si è pertanto esclusa la possibilità di intervenire con integrazioni per il ripristino delle lacune dei quattro angoli delle bordure e delle cimose verticali che, ripiegate al di sotto della fodera, sono state aperte recuperando così 3 cm di tessitura su entrambi i lati.

Il metodo conservativo, basato sul consolidamento ad ago, mediante punti di fermatura su un tessuto di supporto applicato sul retro dell’arazzo, ha permesso la stabilizzazione dei numerosi degradi della tessitura. Infine, per la futura protezione delle parti più fragili dell’arazzo, le cimose verticali in stato frammentario sono state protette con l’applicazione di un tulle di colore neutro.
Tutte le fasi dell’intervento sono state supportate da riflessioni preliminari, condivise con l’équipe interdisciplinare di lavoro, finalizzate alla scelta critica delle modalità operative meno invasive, nel rispetto dell’originalità del manufatto e della reversibilità dell’intervento.

“Il restauro per noi – dichiara Roberta Genta, responsabile dell’intervento conservativo e coordinatrice del Laboratorio di Manufatti Tessili del Centro - è stato un percorso affascinante dentro la materia e la tecnica. Un’occasione unica di conoscenza dei materiali originari per la messa a punto di una strategia conservativa.”

Gruppo di lavoro:

Roberta Genta: responsabile Laboratorio Manufatti Tessili
Chiara Tricerri, Norma Gervasoni, Francesca Zenucchini: restauratrici
Stefania De Blasi: storico dell’arte
Daniele Demonte, Anna Piccirillo: Laboratori scientifici

 

    Foto Beppe Sacchetto

 

 

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