#IoRestoaCasa: SACRO MONTE DI BELMONTE (TO) e “IL PERCORSO DEVOZIONALE DELLA VIA CRUCIS”
Belmonte, 6 Aprile 2020
In questo tempo, segnato dal Covid-19, e nell'ambito delle misure governative previste per il contenimento della diffusione del coronavirus, è richiesto a tutti noi un atto di responsabilità e di estrema collaborazione per arginare la diffusione del contagio.
“In questi giorni durissimi, siamo chiamati a misurarci con immagini, con notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria, anche quando questo, ci auguriamo presto, sarà finito.
La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi noi condividiamo, non sono semplici numeri, quelle che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari.
Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti, dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, con responsabilità, con fiducia. Sono misure severe rimanere a casa, rinunciare a radicate abitudini, non è affatto facile ma non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e a tutelare le persone che amiamo.
Il nostro sacrificio di rimanere a casa è per altro minimo, se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri concittadini, negli ospedali, nei luoghi cruciali per la vita del Paese c'è chi rinuncia, chi rischia molto di più.
Penso in particolare innanzitutto ai medici, agli infermieri ma penso anche alle Forze dell'ordine, alle Forze armate, agli uomini e alle donne della Protezione Civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici, anche ai servizi dell'informazione, donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare, ma compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità verso l'intera nazione. Compiono un atto di amore verso l'Italia intera.
[…] Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante: la vita.
Se dovesse cedere anche solo un anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti.
Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti, di amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro.
Uniti ce la faremo.”
Con questo spirito, unendosi all'appello del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e sperando di poter dare un piccolo contributo in questo periodo in cui è richiesto a tutti di rimanere nelle proprie case, l'Ente di gestione dei Sacri Monti vi invita ad un momento di meditazione, proponendovi in collaborazione con Giuseppe Sacchetto dello studio VBS50
e Eleonora Bertolo, una raccolta di immagini del percorso devozionale della Via Crucis del Sacro Monte di Belmonte.
Sacro Monte di Belmonte (TO)
“Il percorso devozionale della Via Crucis”
Il Sacro Monte di Belmonte è situato sopra l’abitato di Valperga (730 m circa s.l.m.), in
provincia di Torino, all’imbocco della Valle Orco (Canavese), in una posizione dalla quale si può
godere un ampio panorama su gran parte del Piemonte.
A complesse vicende storiche che legano il Santuario alla più ampia storia canavesana,
spesso intrecciata da leggende e miti, dal 1712 si affianca l’edificazione del complesso devozionale
del Sacro Monte, dal 2003 inserito dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale con la
seguente motivazione:
“I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e altri manufatti
architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In
aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e
gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e
laghi. Contengono inoltre reperti artistici molto importanti (affreschi e statue)”.

Sacro Monte di Belmonte – Cappella XI
La costruzione dei Sacri Monti, diffusa specialmente dai Francescani, si proponeva la
finalità non solo di illustrazione iconografica della vita di Cristo ma anche di edificazione morale,
allacciando la preghiera, intensamente vissuta al cospetto degli avvenimenti della passione,
all'espiazione fisica (il pellegrinaggio con la salita faticosa sul luogo elevato, da sempre considerato
ambiente sacro per la vicinanza di Dio) fino alla penitenza e alla salvezza finale nel santuario, meta
ideale del percorso.
Voluto da padre Michelangelo da Montiglio a rappresentazione della Passione di Cristo,
dopo un periodo da lui trascorso in Palestina, il complesso monumentale del Sacro Monte di
Belmonte è un percorso circolare scandito da tredici cappelle, edificate e completate in tempi
diversi, con il contributo dei fedeli e delle comunità locali.
Qui padre Michelangelo volle riproporre
visualmente all'umile popolazione del tempo, che certo non avrebbe mai potuto visitare di persona
quelle località, i luoghi di Cristo, ricostruendoli nei pressi del Santuario.
Sacro Monte di Belmonte – Percorso devozionale della Via Crucis
Il vasto pianoro sommitale, coperto da un bosco di querce e castagni e interrotto da grosse
rocce granitiche di colore rossastro, si prestava al percorso mistico.
Come riportato da Giovanni e Luigi Bertotti in «Belmonte ed il Suo Santuario» (da «l’Eco
del Santuario di Belmonte» n. speciale 1988) “L’entusiasmo del padre Michelangelo trovò
rispondenza, riuscendo a coinvolgere in una sorta di mecenatismo artistico popolare sia i
pellegrini che le comunità locali e le persone facoltose che, assumendosi gli oneri di una specifica
cappella, ne pagavano a rate le spese, rimanendone padrone con l’obbligo però della
manutenzione, clausola all’origine di numerose future controversie. [..] Si scelsero per lo più
semplici artigiani dei paesi vicini, aiutati da volontari e dai religiosi; proprio per questo però il
risultato che ne è scaturito è più genuina espressione popolare, non contaminata da correnti
artistiche che potrebbero sviare l’attenzione del pellegrino nel suo mistico percorso dei luoghi e
della realtà della Palestina di Gesù”.
Fu proprio questo legame tra religiosi e territorio che diede maggiore senso di appartenenza
della popolazione alla comunità locale e che ancora oggi scandisce il tempo con i numerosi
pellegrinaggi, che dalle varie zone della vallata raggiungono, spesso a piedi, la sommità del Sacro
Monte di Belmonte.
Iniziato nel 1712, il Sacro Monte venne terminato soltanto verso la metà del 1800,
mantenendo tuttavia una certa unitarietà nella composizione architettonica. La linea delle edicole è
asciutta, essenziale. Anche la forma venne stabilita quasi identica per tutte: una brevissima scalinata
precede un pronao sostenuto da colonne, per proteggere i pellegrini dalle inclemenze del tempo,
seguito dalla cappella vera e propria, per lo più di forma semicircolare, con la rappresentazione
delle scene inizialmente solo dipinte sul muro.
Unica eccezione architettonica è la cappella XII “Morte di Gesù sulla croce”, di forma
ottagonale e circondata da un ampio porticato, a dominare dalla sua posizione isolata il territorio
canavesano.

Sacro Monte di Belmonte – Cappella XII
Manca del tutto la cappella XIV dedicata alla deposizione in quanto fu inglobata nella
costruzione del convento.
Solo verso la metà del secolo XIX il Padre Nemesio Rolle di Pratiglione, sia a causa del
progressivo deterioramento degli affreschi sia al fine di rendere la rappresentazione della Via Crucis
più realistica e suggestiva pensò di aggiungere all'interno delle cappelle delle statue a grandezza
naturale, realizzate in terra cotta di Castellamonte, che in quel tempo aveva raggiunto alti livelli
artistici.
Dal punto di vista artistico, le cappelle più rilevanti sono la n. I “Gesù condannato a morte”,
la n. VIII “Le Pie Donne”, e la n. XI “La Crocifissione”. Per la sua splendida posizione panoramica,
si segnala la cappella n. VI “La Veronica”, sebbene il gruppo scultoreo di quest'ultima sia andato
perduto.
I restauri conservativi del 2002 condotti sulle cappelle III, VIII e XI hanno riportato alla luce
gli affreschi che originariamente ne adornavano gli interni e recuperato i complessi statuari, opere
dei maestri ceramici di Castellamonte. Tra gli affreschi si segnala quello raffigurante Gesù
inchiodato alla croce, realizzato con tocco leggero e delicato da un pittore sconosciuto,
presumibilmente di scuola lombarda.

Sacro Monte di Belmonte – Cappella XII
"Il percorso della Via Crucis", è stato pensato e realizzato per la settimana Santa, legato alla campagna #IoRestoaCasa a cura di Eleonora Bertolo e Giuseppe Sacchetto
Foto Beppe Sacchetto
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