Up Sacro Monte di Belmonte Percorso Devozionale della Via Crucis Slideshow

 

© Giuseppe Sacchetto & Eleonora Bertolo 27 Marzo 2020

Progetto realizzato grazie alla collaborazione dell'Ente di Gestione dei Sacri Monti

che cura la conservazione e manutenzione del Sacro Monte



#IoRestoaCasa: SACRO MONTE DI BELMONTE (TO) e “IL PERCORSO DEVOZIONALE DELLA VIA CRUCIS”

 

 

Belmonte, 6 Aprile 2020


In questo tempo, segnato dal Covid-19, e nell'ambito delle misure governative previste per il contenimento della diffusione del coronavirus, è richiesto a tutti noi un atto di responsabilità e di estrema collaborazione per arginare la diffusione del contagio.

“In questi giorni durissimi, siamo chiamati a misurarci con immagini, con notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria, anche quando questo, ci auguriamo presto, sarà finito.
La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi noi condividiamo, non sono semplici numeri, quelle che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari.

Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti, dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, con responsabilità, con fiducia. Sono misure severe rimanere a casa, rinunciare a radicate abitudini, non è affatto facile ma non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e a tutelare le persone che amiamo.

Il nostro sacrificio di rimanere a casa è per altro minimo, se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri concittadini, negli ospedali, nei luoghi cruciali per la vita del Paese c'è chi rinuncia, chi rischia molto di più.
Penso in particolare innanzitutto ai medici, agli infermieri ma penso anche alle Forze dell'ordine, alle Forze armate, agli uomini e alle donne della Protezione Civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici, anche ai servizi dell'informazione, donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare, ma compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità verso l'intera nazione. Compiono un atto di amore verso l'Italia intera.
[…] Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante: la vita.
Se dovesse cedere anche solo un anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti.
Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti, di amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro.
Uniti ce la faremo.”

Con questo spirito, unendosi all'appello del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e sperando di poter dare un piccolo contributo in questo periodo in cui è richiesto a tutti di rimanere nelle proprie case, l'Ente di gestione dei Sacri Monti vi invita ad un momento di meditazione, proponendovi in collaborazione con Giuseppe Sacchetto dello studio VBS50 e Eleonora Bertolo, una raccolta di immagini del percorso devozionale della Via Crucis del Sacro Monte di Belmonte.


Sacro Monte di Belmonte (TO)
“Il percorso devozionale della Via Crucis”


Il Sacro Monte di Belmonte è situato sopra l’abitato di Valperga (730 m circa s.l.m.), in provincia di Torino, all’imbocco della Valle Orco (Canavese), in una posizione dalla quale si può godere un ampio panorama su gran parte del Piemonte.

A complesse vicende storiche che legano il Santuario alla più ampia storia canavesana, spesso intrecciata da leggende e miti, dal 1712 si affianca l’edificazione del complesso devozionale del Sacro Monte, dal 2003 inserito dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Mondiale con la seguente motivazione:
“I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi. Contengono inoltre reperti artistici molto importanti (affreschi e statue)”.

 



Sacro Monte di Belmonte – Cappella XI
 

La costruzione dei Sacri Monti, diffusa specialmente dai Francescani, si proponeva la finalità non solo di illustrazione iconografica della vita di Cristo ma anche di edificazione morale, allacciando la preghiera, intensamente vissuta al cospetto degli avvenimenti della passione, all'espiazione fisica (il pellegrinaggio con la salita faticosa sul luogo elevato, da sempre considerato ambiente sacro per la vicinanza di Dio) fino alla penitenza e alla salvezza finale nel santuario, meta ideale del percorso. Voluto da padre Michelangelo da Montiglio a rappresentazione della Passione di Cristo, dopo un periodo da lui trascorso in Palestina, il complesso monumentale del Sacro Monte di Belmonte è un percorso circolare scandito da tredici cappelle, edificate e completate in tempi diversi, con il contributo dei fedeli e delle comunità locali.
Qui padre Michelangelo volle riproporre visualmente all'umile popolazione del tempo, che certo non avrebbe mai potuto visitare di persona quelle località, i luoghi di Cristo, ricostruendoli nei pressi del Santuario. Sacro Monte di Belmonte – Percorso devozionale della Via Crucis Il vasto pianoro sommitale, coperto da un bosco di querce e castagni e interrotto da grosse rocce granitiche di colore rossastro, si prestava al percorso mistico.

Come riportato da Giovanni e Luigi Bertotti in «Belmonte ed il Suo Santuario» (da «l’Eco del Santuario di Belmonte» n. speciale 1988) “L’entusiasmo del padre Michelangelo trovò rispondenza, riuscendo a coinvolgere in una sorta di mecenatismo artistico popolare sia i pellegrini che le comunità locali e le persone facoltose che, assumendosi gli oneri di una specifica cappella, ne pagavano a rate le spese, rimanendone padrone con l’obbligo però della manutenzione, clausola all’origine di numerose future controversie. [..] Si scelsero per lo più semplici artigiani dei paesi vicini, aiutati da volontari e dai religiosi; proprio per questo però il risultato che ne è scaturito è più genuina espressione popolare, non contaminata da correnti artistiche che potrebbero sviare l’attenzione del pellegrino nel suo mistico percorso dei luoghi e della realtà della Palestina di Gesù”.

Fu proprio questo legame tra religiosi e territorio che diede maggiore senso di appartenenza della popolazione alla comunità locale e che ancora oggi scandisce il tempo con i numerosi pellegrinaggi, che dalle varie zone della vallata raggiungono, spesso a piedi, la sommità del Sacro Monte di Belmonte.

Iniziato nel 1712, il Sacro Monte venne terminato soltanto verso la metà del 1800, mantenendo tuttavia una certa unitarietà nella composizione architettonica. La linea delle edicole è asciutta, essenziale. Anche la forma venne stabilita quasi identica per tutte: una brevissima scalinata precede un pronao sostenuto da colonne, per proteggere i pellegrini dalle inclemenze del tempo, seguito dalla cappella vera e propria, per lo più di forma semicircolare, con la rappresentazione delle scene inizialmente solo dipinte sul muro.

Unica eccezione architettonica è la cappella XII “Morte di Gesù sulla croce”, di forma ottagonale e circondata da un ampio porticato, a dominare dalla sua posizione isolata il territorio canavesano.

 



Sacro Monte di Belmonte – Cappella XII
 

Manca del tutto la cappella XIV dedicata alla deposizione in quanto fu inglobata nella costruzione del convento.

Solo verso la metà del secolo XIX il Padre Nemesio Rolle di Pratiglione, sia a causa del progressivo deterioramento degli affreschi sia al fine di rendere la rappresentazione della Via Crucis più realistica e suggestiva pensò di aggiungere all'interno delle cappelle delle statue a grandezza naturale, realizzate in terra cotta di Castellamonte, che in quel tempo aveva raggiunto alti livelli artistici.

Dal punto di vista artistico, le cappelle più rilevanti sono la n. I “Gesù condannato a morte”, la n. VIII “Le Pie Donne”, e la n. XI “La Crocifissione”. Per la sua splendida posizione panoramica, si segnala la cappella n. VI “La Veronica”, sebbene il gruppo scultoreo di quest'ultima sia andato perduto.

I restauri conservativi del 2002 condotti sulle cappelle III, VIII e XI hanno riportato alla luce gli affreschi che originariamente ne adornavano gli interni e recuperato i complessi statuari, opere dei maestri ceramici di Castellamonte. Tra gli affreschi si segnala quello raffigurante Gesù inchiodato alla croce, realizzato con tocco leggero e delicato da un pittore sconosciuto, presumibilmente di scuola lombarda.

 



Sacro Monte di Belmonte – Cappella XII

 

"Il percorso della Via Crucis", è stato pensato e realizzato per la settimana Santa, legato alla campagna #IoRestoaCasa a cura di Eleonora Bertolo e Giuseppe Sacchetto

 

 

    Foto Beppe Sacchetto

 

 

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