Up 100 anni di pace Slideshow

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Foto: Mario Sofia © 2018



PRESENTAZIONE MOSTRA 100 ANNI DI PACE



Torino, 29 Ottobre 2018

Il Centro Studi Sereno Regis presenta 100 anni di pace la costruzione della pace, dal Novecento a oggi.

Una mostra transmediale di storie di nonviolenza da scoprire dedicata a Nanni Salio.

Conferenza stampa, lunedì 29 ottobre ore 11.00 @Freedhome, Via Milano 2 C a Torino Inaugurazione della mostra, venerdì 2 novembre ore 17.30 @Centro Studi Sereno Regis, Sala Gabriella Poli, Via Garibaldi 13, Torino

L'altro volto della Storia si svela attraverso la mostra transmediale 100 anni di pace: la sua costruzione, dal Novecento a oggi; un percorso fotografico ed esperienziale che sarà raccontato in conferenza stampa il 29 ottobre presso lo stare di orodotti carcerari Freedhome e introdotto alla oresenza dell'Assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon, dalla Presidente del Centro Studi Sereno Regis, Angela Dogliotti e dei curatori della mostra Dario Cambiano, Elena Camino e Paolo Candelari. È una storia a tratti silenziosa quella che sarà raccontata, fatta di piccoli, ma enormi passi, tra i più noti e spesso bellici eventi mondiali e che si snoda lungo tre percorsi tematici, raccolti intorno alla grande cupola geodetica costruita dalla scenografa Paola Bizzarri. La mostra transmediale 100 anni di pace è realizzata grazie al sostegno di Fondazione CRT e con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese; gode del patrocinio della Città di Torino e della media partnership di RSI Radiotelevisione svizzera ed eHabitat.

La mostra transmediale sarà inaugurata venerdì 2 novembre alle ore 17.30 nella sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis, articolandosi tra i no alla guerra, le lotte per i diritti civili tra difese e conquiste, i movimenti per la tutela dell'ambiente. La prima sezione - No alla guerra - vedrà susseguirsi le storie di pace attraverso le forme di resistenza civile, i movimenti e le azioni non violente contro il militarismo e per l'obiezione di coscienza. La seconda sezione - Satyagraha, la forza della non violenza per costruire giustizia - ci parlerà delle forme di resistenza nonviolenta contro il colonialismo e dei movimenti per i diritti civili e la giustizia economica e sociale in tutto il mondo. La terza sezione - Gaia, la nostra casa comune - rifletterà sulla preservazione dalle violenze sui socio-eco-sistemi: campagne contro il nucleare e gli inquinamenti industriali, manifestazioni contro le grandi dighe e land-grabbing; azioni per i diritti animali, sviluppo dell'ecofemminismo e protezione della stabilità climatica. 'Era importante nei pensare. all'allestimento - dichiara ia scenoarai'a Papi Bizzarri, collaboratrice tra gli altri di Silvio Soldini, Nanni Moretti e David di Donatello nel 2011 - che la forma visiva fosse coerente rispetto ai contenuti: per questo motivo la struttura è costituita di materiali naturali e ruota intorno a una cupola geedelic9 berrl, a SirrbOieggiare LI:72 SI`TLIttlif-2 mclecolare che pue riprodursi all'infinito. La cupola geodetica è una struttura perfetta che nasce in natura, è una costruzione antisismica che più è grande più è solida, come la partecipazione è la forza di ogni movimento non violento".

"La mostra 100 anni di pace racconta storie di resistenza civile e diritti, percorsi di pace costruiti da uomini e donne coraggiosi dopo le guerre, negli spazi del Centro Studi Sereno Regis, realtà da sempre attiva nella nostra città sui temi dell'educazione alla pace e alla non violenza. L'esposizione è dedicata a Nanni oado, consigliere comunale torinese impegnato nella sensioinzzazione celia scelta della non violenza, del rispetto dei diritti di tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro provenienza, razza o credo religioso. Grazie agli organizzatori per questo lavoro che ci porta a riflettere su temi attuali e profondi." Francesca Leon, Assessore alla Cultura e Marco Giusta, Assessore ai Diritti della Città di Torino.

Dicendo "cento anni di pace" - spiega Angela Dogliotti, presidente del Centro Studi Sereno Regis - vogliamo mostrare che "in mezzo alla morte persiste la vita, in mezzo alla menzogna persiste la verità, in mezzo alle tenebre persiste la luce" (M.K.Gandhi) . È sbagliato disperare e lasciare che la violenza sia vista come regina della storia. Ci sono percorsi di pace dopo le guerre, semi gettati durante i conflitti violenti, e sempre - in ogni tempo - pensieri ,e azioni che la contemplano come obiettivo. Lotte nonviolente caratterizzate da coraggio, empatia, unità, resistenza, disobbedienza civile, organizzazione politica alternativa e anche compassione e umiltà.

Dopo 500 anni di sfruttamento, nel corso dei Novecento il continente africano e quello asiatico tentarono di liberarsi dal colonialismo occidentale, che a tratti aveva assunto caratteri di vera e propria predazione. Un percorso che non è ancora finito: oggi, al giogo militare e politico si è spesso sostituito lo sfruttamento economico. In Asia Gandhi riuscì a guidare il popolo indiano nella liberazione dall'oppressione britannica. Più a nord, in Pakistan, brillò la luce nonviolenta di Abdul Gaffar Khan, In Africa, ispirati dall'azione di Gandhi, Patrice Lumumba, John LuithA, KuJarne Mem ah, Kenneth Kaunda guidarono l'opposizione al potere bianco. La stessa Europa, con i movimenti giovanili, ma anche con le obiezioni di coscienza, contribuì a porre frne a quel secolare abuso. La lotta contro il colonialismo nelle Americhe e in Australia assunse toni, se possibile, ancora più drammatici. In quei contesti, il colonialismo europeo aveva sterminato quasi totalmente le popolazioni indigene: a inizio Novecento non rimanevano che poche migliaia di nativi a rivendicare una ormai impossibile indipendenza. Molti sono inoltre gli eventi collaterali che hanno orbitato e orbiteranno intorno all'inaugurazione della mostra e al periodo in cui sarà aperta al pubblico: dal 3 novembre al 2 dicembre 2018, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.30, giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 20.00 e sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00; tutti i giorni, a ingresso libero.

 

    Foto Mario Sofia

 

 

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