Up Fast Track City Slideshow

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Foto: Mario Sofia © 2020

             


TORINO DIVENTA FAST TRACK CITY

La firma della dichiarazione di Parigi fa entrare Torino nel Network Fast-Track Cities per la lotta all'HIV e allo stigma



Torino, 2 Ottobre 2020


• Anche Torino firma il protocollo internazionale Fast-Track Cities, un network di città che si pone l'obiettivo di contrastare l'AIDS
• L'iniziativa è promossa dall'International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC), con il Patrocinio del Comune di Torino, il supporto di 7 associazioni di pazienti (Anlaids sezione Torino, Arcobaleno Aids, Odv Casarcobaleno, Croce Rossa Italiana, Associazione Giobbe, Associazione, Associazione Gruppo Abele, Lila Piemonte), il contributo non condizionato di Gilead
• Secondo l'indagine europea sulla consapevolezza e la percezione nei confronti dell'HIV commissionata da IAPAC, Fast-Track Cities e Gilead Sciences, a Torino 1'87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e quasi il 60% non ha mai eseguito un test HIV

Il comune di Torino ha firmato questa mattina il protocollo Fast-Track Cities, un network di città che si pone l'obiettivo di contrastare l'AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Ancora oggi la mancanza di consapevolezza e la giusta informazione nei confronti dell'infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) e della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) costituisce un limite al controllo dell'epidemia. Una recente indagine - Is HIV sorted - ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l'HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi.

"Siamo impegnati da sempre su tutti i fronti della lotta all'HIV - dalla prevenzione alla terapia - con l'obiettivo di trovare una cura definitiva. Andiamo oltre la ricerca, collaboriamo con istituzioni, associazioni di pazienti e clinici per prevenire e limitare la diffusione del virus, perché è un percorso che ha più valore ed efficacia se lo si fa insieme. Con Is HIV sorted? Si è voluto indagare il grado di consapevolezza sull'HIV ed è emerso che permane ancora una forte disinformazione sul tema. La lotta all'HIV non è finita e bisogna intervenire concretamente. Torino, con la firma del protocollo Fast Track Cities, si impegna a farlo sposando questa causa in cui noi crediamo molto. Non abbassare la guardia sul tema e garantire una corretta informazione è un imperativo comune e le istituzioni giocano un ruolo fondamentale." afferma Valentino Confalone General Manager di Gilead Sciences Italia.

I dati dell'indagine riferiscono che a Torino 1'87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e quasi il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 45% di coloro che l'hanno eseguito almeno una volta l'hanno fatto più di 5 anni prima. C'è ancora molta disinformazione anche rispetto al trattamento dell'HIV basti pensare che quasi il 50% degli intervistati pensa che chi convive con l'HIV e segue una terapia efficacie possa comunque trasmettere il virus ad altri. La mancata percezione del rischio e delle misure di prevenzione, si associa a un approccio sociale negativo nei confronti delle persone con infezione da HIV. L'attitudine sociale negativa nei confronti delle persone sieropositive pone serie barriere all'ottenimento dell'obiettivo 90-90-90 dell'UNAIDS entro il 2020, in quanto lo stigma disincentiva il ricorso al test e può frenare le persone sieropositive dall'accedere precocemente alle cure fondamentali che oltre a ridurre la mortalità legata all'AIDS e favorire una aspettativa di vita pressoché normale è uno degli strumenti fondamentali per prevenire la trasmissione di HIV.

Una terapia antiretrovirale efficace che porta a livelli di virus nel sangue non misurabili (soppressione virale) per almeno sei mesi consecutivi vuoi dire che il virus non è trasmissibile dalla persona sieropositiva ad un partner sessuale sieronegativo, le premesse per il messaggio U=U (Undetectable = Untrasmittable; Non misurabile = Non trasmissibile), fatto noto, per riprendere il sondaggio precedente, solo a un 16% degli intervistati.

Torino Fast-Track City

Torino è la quarta città in Italia come nuove diagnosi (108, su 198 nell'intero Piemonte), dopo Roma Milano Napoli. Gli stranieri costituiscono il 35% circa dei nuovi casi, per lo più provenienti da paesi ad alta endemia (Africa sub sahariana, America Centro — Sud). La modalità MSM (men who have sex with men) si conferma la principale fonte di infezione e comunque i rapporti sessuali non protetti sono causa di infezione nel 96% dei casi, ormai lo scambio di siringhe legato alla tossicodipendenza costituisce meno del 4% delle cause di infezione. La incidenza maggiore è nella fascia 25-34 anni. Nel circa il 40 % dei casi la diagnosi è tardiva ovvero persone ignare di avere la malattia da almeno 5-10 anni.

"Nel nostro ospedale seguiamo attivamente circa 4500 pazienti HIV positivi regolarmente in terapia, siamo il terzo singolo centro d'Italia per numero di pazienti e il quinto in Europa. Possediamo straordinarie opzioni terapeutiche sull'infezione da HIV, HCV e HBV, che ci stimolano a diagnosticare e trattare tutti coloro che ne sono affetti, anche per interrompere il ciclo di trasmissione. Però in questo momento il COVID-19 è un ostacolo per l'accesso al test HIV e ai servizi di diagnosi e cura delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse). Bisognerà tenere conto anche di questo nella stesura di progetti e interventi futuri." dice il prof. Giovanni Di Perri virologo e responsabile Malattie infettive dell'Amedeo di Savoia di Torino.

Torino, sottoscrivendo la Dichiarazione di Parigi, riconosce che è giunto il momento di far fare alla lotta all'AIDS un salto di qualità che permetta il controllo dell'epidemia entro il 2030 e riduca drasticamente lo stigma che ancora esiste nei confronti delle persone sieropositive.

"L'adesione a Fast-Track Cíties rappresenta per Torino un chiaro segnale di presa di coscienza del problema. Bisogna costruire una coalizione fra l'amministrazione cittadina, le realtà associative locali, le istituzioni sanitarie e le reti internazionali per favorire una corretta informazione e il superamento dei pregiudizi. La sinergia fra enti e istituzioni è alla base della lotta all'HIV. Grazie al coinvolgimento delle associazioni territoriali auspichiamo l'adozione di pratiche innovative fra cui checkpoint, campagne informative, azioni di contrasto allo stigma che colpisce ancora le persone sieropositive." afferma Marco Alessandro Giusta Assessore ai Diritti della Città di Torino.

"In qualità di uno dei fondatori e partner principali di Fast-Track Cities, l'International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC) è entusiasta che Torino aderisca oggi all'iniziativa. Ci congratuliamo con tutti gli stakeholder locali. Nel bel mezzo di una pandemia globale, il dinamismo delle organizzazioni e dell'Amministrazione comunale fanno la differenza e Torino si aggiunge così alle oltre 450 città membri in tutto il mondo impegnate nella lotta al virus." conclude Bertrand Audoin Vice Presidente Strategic Partnerships IAPAC International Association of Providers of AIDS Care.

FAST-TRACK CITIES

Nelle città si concentra una larga proporzione dei soggetti con infezione da HIV. Pertanto, nei Paesi ad alto carico epidemico, un intervento selettivo nelle aeree urbane è in grado di influenzare l'andamento dell'epidemia a livello nazionale. Anche nei Paesi con minore prevalenza di infezione da HIV, le città sono sede di residenza di un largo numero di persone che appartengono a popolazioni chiave a maggior rischio di acquisire l'infezione, ma che spesso ricevono una attenzione limitata all'interno dei programmi di prevenzione.

Interventi efficaci a livello locale possono modificare anche in questo caso lo sviluppo dell'epidemia. Il Progetto Fast-Track Cities prevede l'istituzione di una rete di collaborazione globale tra più di 350 città con alta prevalenza di infezione da HIV, la IAPAC (International Association of Providers of AIDS Care) e l'UNAIDS (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS), l'UN-Habitat (United Nations Human Settlements Programme e la città di Parigi. L'iniziativa è stata lanciata in occasione della Conferenza mondiale AIDS del 2014 e permette a comunità urbane di tutto il mondo, sottoscrivendo la dichiarazione di Parigi di entrare a far parte di un network internazionale virtuoso.

Per maggiori informazioni per favore visitare: http://www.fast-trackcities.org

Is HIV sorted?

Il sondaggio "Is HIV sorted?" è stato commissionato da IAPAC (International Association of Providers of AIDS Care), il partner tecnico centrale della iniziativa Fast-Track Cities e da Gilead Sciences. Il sondaggio è stato condotto su 24.212 adulti residenti in 9 Paesi dell'Europa occidentale ed in 6 dell'Est Europa. In Italia sono stati coinvolti 2035 persone di entrambi i sessi e di età compresa tra 18 e 75 anni. L'indagine aveva come scopo di valutare a livello di popolazione generale le conoscenze, la consapevolezza e la percezione soggettiva sulla tematica dell'infezione da HIV e dell'AIDS. L'indagine è stata condotta nel giugno 2018 dalla società indipendente di ricerca di market Opinium.

International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC)

La IAPAC è stata fondata più di tre decadi orsono con la missione di migliorare l'accesso e la qualità della prevenzione, dell'assistenza, del trattamento e delle iniziative di supporto alle persone affetta da infezione da HIV e con altre patologie correlate quali l'epatite virale e la tubercolosi. Con più di 30.000 membri a livello globale, è la più ampia associazione di clinici e professionisti sanitari che cooperano con molteplici partner diversi per far sì che l'AIDS cessi di essere una criticità sanitaria ed epidemiologica entro il 2030.

L'obiettivo UNAIDS 90-90-90

II Joint United Nations Programme on HIV/AIDS (UNAIDS) asserisce che ottenere l'obbiettivo 90-90-90 è un mezzo per permettere sia ai Sistemi Sanitari Nazionali che alle Istituzioni Comunali e Locali di intraprendere una strada virtuosa che faccia sì che l'AIDS cessi di essere una criticità sanitaria ed epidemiologica entro il 2030. L'obbiettivo prevede che entro il 2020 si ottenga che:
• il 90% delle persone con infezione da HIV siano a conoscenza del loro stato (diagnosticati)
• il 90% delle persone diagnosticate siano in terapia antiretrovirale
• il 90% delle persone in terapia antiretrovirale raggiungano la soppressione della replicazione del virus (terapia efficace)

 

 

    Foto Mario Sofia

 

 

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