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Foto: Mario Sofia © 2018



IL SISTEMA INDUSTRIALE PER I CORRIDOI EUROPEI

 

Torino, 12 Settembre 2018

Affermare con forza l’importanza per le imprese e per l’economia nazionale del completamento delle infrastrutture che connettono l’Italia agli altri Paesi europei e all’Estremo Oriente, grazie all’iniziativa per la nuova via della seta, è l’obiettivo dell’incontro “Il Sistema Industriale a Sostegno dei Corridoi Europei” che si svolge oggi a Torino presso il Centro Congressi dell’Unione industriale.

Oltre 200 imprenditori sono attesi all’appuntamento promosso da Confindustria Piemonte e Unione industriale di Torino, insieme a Confindustria, che vedrà la partecipazione dei Presidenti delle Confindustrie Regionali e Territoriali attraversate dai Corridoi Europei e di una rappresentanza di Medef Auvergne/Rhône-Alpes.

L’incontro, dopo i saluti del Presidente dell’Unione Industriale Dario Gallina e la relazione introduttiva del Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli, proseguirà con le relazioni di Raffaele Marchetti, delegato del Rettore per l’Internazionalizzazione della Luiss Guido Carli, e di Jean-Luis Colson, Capo unità Reti di Trasporto DG MOVE, della Commissione Europea. Seguiranno gli interventi dei Presidenti presenti in sala e le conclusioni del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.

L’area economica europea integrata che va da Trieste a Lione, passando per Treviso, Padova, Verona, Bologna, Milano, Novara, Torino e Grenoble, nel 2016 ha generato un Pil di 1.191 miliardi di euro, più grande di quello della Spagna (1.118 miliardi) e della somma di due colossi come il Baden-Württenberg e la Baviera (1.049 miliardi insieme). L’Italia è interessata dal Corridoio Mediterraneo, il Corridoio Reno-Alpi e lo Scandinavo. Il solo Corridoio Mediterraneo, di cui è parte anche la Torino-Lione, interessa il 18% della popolazione europea e attraversa regioni che rappresentano il 17% del PIL comunitario.

«Un Paese moderno ha bisogno di reti che siano al passo con i tempi, nei trasporti, nell’energia, nelle risorse idriche e nelle telecomunicazioni – commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – nonché con lo stesso livello di sviluppo dei territori e delle loro esigenze di relazionarsi a livello nazionale e internazionale. La questione del ponte Morandi, nella sua tragicità, ci fa comprendere quanto il tema delle infrastrutture sia importante ma non scontato e quanto la visione dell’Italia che dovremmo avere sia di centralità geoeconomica tra Europa e Mediterraneo, aperta a Nordest e a Nordovest. È stato calcolato che, se disponessimo di infrastrutture e logistica pari alla Germania, il nostro export subirebbe un incremento di oltre il 15%. Per confermare la capacità a competere noi oggi siamo qui a ribadire che un Paese che non investe nelle infrastrutture non ha futuro. Perché esse sono una precondizione per la crescita economica e un elemento di inclusione per aumentare il reddito, collegare territori e città tra loro e l’Italia al mondo».

Il Presidente degli industriali torinesi Dario Gallina afferma che «la Torino-Lione è un’infrastruttura fondamentale per l’industria italiana, per lo sviluppo del nostro Paese e per la connessione alle grandi rotte commerciali fra l’Oriente e l’Occidente, a partire dalla “Via della Seta”. A Torino – sottolinea Gallina – per rivendicare con forza e determinazione il diritto di vedere ultimato, in tempi rapidi, il collegamento della Torino-Lione si è mobilitata tutta l’industria del Nord Italia che, da sola, pesa più della metà del PIL nazionale, i due terzi della produzione industriale e oltre il 70% dell’export. Inoltre – ricorda Gallina – la realizzazione dell’opera crea un margine netto annuo pari a 970 milioni; una risorsa importante che potrebbe essere utilmente impiegata a vantaggio delle opere pubbliche che necessitano di interventi manutentivi per la messa in sicurezza».

Per il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: «Confindustria ha sempre sostenuto l’importanza strategica dei Grandi Corridoi Europei sin dalla loro prima definizione, convinta che una vera rete europea di trasporto interconnessa, interoperabile e sostenibile rappresenti una precondizione e uno strumento essenziale all’integrazione economica e sociale dell’UE e dell’Italia nell’UE. Dopo 24 anni dal Consiglio Europeo di Essen, che già individuava come progetti prioritari le direttrici ferroviarie europee dalla Germania alla Sicilia e dal Portogallo all’Ucraina, attraverso il Brennero e il Moncenisio, sarebbe inconcepibile fermare i cantieri e rimettere in discussione tutto per valutare nuovamente opere già più volte valutate, discusse, riviste, progettate, concordate, finanziate e ormai in corso di realizzazione».

 

 

    Foto Mario Sofia

 

 

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