Up Manifestazione Tirocini Infermieristici Slideshow

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Foto: Mario Sofia © 2021


MANIFESTAZIONE TIROCINI INFERMIERISTICI

CHE NE SARA’ DEL NOSTRO FUTURO?

 

Torino, 17 Aprile 2021

Oggi siamo qui per far sentire la nostra voce, voce di persone che hanno fatto una scelta e vogliono aiutare gli altri.
Ci hanno fatto tante promesse, purtroppo non rispettate.
"A maggio si farà il tirocinio, se non sarà possibile andrete ad agosto".
Siamo stanchi di dover aspettare per una mancata organizzazione, a più di un anno dall’inizio di questa malaugurata pandemia.
Vogliamo metterci in gioco. Abbiamo fatto una scelta... ma per poter essere d'aiuto dobbiamo essere in grado di farlo. Questo non possiamo impararlo nascosti dietro ad un computer.
Chi ci darà tra 3 anni la responsabilità di curare qualcuno viste le lacune?
Siamo stati appositamente vaccinati, ma l’istruzione che avevamo scelto ci è stata tolta, per segregarci dietro un computer, per la mancanza di organizzazione! Città della salute e ASLTo2 sono le nostre sedi, a cui hanno tolto un tirocinio, al contrario di molte altre sedi del Piemonte.
Purtroppo siamo consapevoli della lentezza della campagna vaccinale, ma di questo passo non recupereremo mai le mancanze. Noi studenti siamo pronti ad assumerci la piena responsabilità per poter accedere al reparto. Ci sentiamo abbandonati da chi dovrebbe guidarci, aiutarci e istruirci. Siamo scoraggiati. Il nostro sogno è quello di apprendere e di terminare gli studi con la consapevolezza di essere dei veri professionisti. Il nostro sogno è diventare infermieri.
Crediamo fermamente che il ruolo dell’infermiere si basi su tre concetti fondamentali: sapere, saper essere ma soprattutto saper fare. Si, perché il saper fare racchiude le competenze specifiche tecnico-professionali e rappresenta cosa realmente un infermiere è in grado di svolgere e noi, in questo momento, non sappiamo fare niente.

Siamo qui oggi per rivendicare non un diritto solo nostro, ma un diritto che si riflette su tutto il sistema sanitario. Noi, gli infermieri del futuro, in questo periodo più che in qualunque altro ci sentiamo chiamati all’azione, ma coloro che dovrebbero aiutarci a formarci nel modo migliore ci hanno messo in un angolo. A differenza di altri studenti di infermieristica a noi non è permesso fare un tirocinio che possa prepararci a ricoprire un ruolo così importante. Fare tirocinio è fondamentale per diventare infermieri competenti e performanti. Ci rendiamo conto delle difficoltà che la situazione attuale a provocato, ma nonostante le alternative che abbiamo proposto, non siamo stati ascoltati. Siamo condannati all’incompetenza, all’ignoranza, per colpa di un sistema che ci ignora. Voglia solo essere ascoltati. Vogliamo diventare infermieri validi, in grado di far fronte a situazioni sanitarie difficili come quella attuale. Vogliamo essere capaci ed efficienti, pronti a tutto per aiutare gli altri. Pronti a tutto per garantire una valida assistenza sanitaria, per garantire un futuro migliore non solo per noi ma per tutti

Quando, da bambini, ci chiedevano cosa avremmo voluto fare da grandi, rispondevamo: il/la cantante, l'astronauta.
É bello sognare ed è bello rincorrere i propri obiettivi e desideri. Esattamente come lo fanno i bambini.
Se, ad oggi, ci chiedessero qual è il nostro sogno nel cassetto risponderemmo che, i sogni, nel cassetto, prendono la muffa.
Come teniamo i sogni? Sempre accanto a noi, come se ci tenessero la mano, nonostante le difficoltà, le cadute, i momenti più bui.
Essere infermieri non è solo il nostro sogno attuale, ma è una nostra responsabilità, dal momento stesso in cui abbiamo passato il test d'ingresso.
Essere infermieri vuol dire esserlo in ogni giorno della propria vita, non solo "poi", "forse" o "magari un domani".
Essere dei professionisti in grado di mettere in campo la propria esperienza, dotati di ragionamento logico, sperimentato sul campo: ecco qual è il nostro desiderio attuale.
Nei panni di futuri infermieri vorremmo essere in grado di diventare dei professionisti completi in tutto e per tutto, sia per nostro diritto/dovere personale, ma soprattutto PER GLI ALTRI. Che tipo di assistenza potremmo fornire in futuro senza aver prima messo in pratica ciò che stiamo apprendendo dai libri? Che tipo di professionisti saremo? Ma soprattutto, saremo in grado di aiutare gli altri?
E se allora ci chiedessero, cosa vorremmo diventare da grandi, noi, in questo momento risponderemmo: "Essere infermieri", proprio perché NOI CI CREDIAMO.

Pensiamo che questa situazione non sia affatto facile da gestire; é una cosa più grande di noi, é innegabile e non siamo onnipotenti. Quello che però sappiamo è che abbiamo scelto questa facoltà per un motivo preciso: vogliamo aiutare gli altri. Questo lo vediamo ogni giorno, anche solo fra di noi, soprattutto in questa situazione che ci obbliga a stare lontani. Questa situazione che non ci permette di viverci ogni giorno come colleghi, come amici, come dei veri e propri compagni di squadra, tanto quanto lo vorremmo noi. Rispettiamo le regole, perché siamo profondamente convinti di quello che facciamo, di quello che siamo oggi e di quello che vorremo diventare domani.
L'articolo 32 della costituzione afferma che, ogni cittadino, indipendentemente dal proprio credo, dalla propria condizione economica o sociale, ha diritto alla migliore assistenza sanitaria possibile. Come potremmo essere in grado di offrire alle persone tale assistenza, dal momento che, probabilmente, il momento in cui vedremo un reparto, sarà molto lontano?
Capiamo pienamente le difficoltà organizzative, perché siamo obiettivamente tantissimi studenti, ma siamo qui anche per fare la nostra parte; se ci fosse la necessità, potremmo aiutare anche noi nell'organizzare il tirocinio in presenza.
Noi teniamo che il tirocinio venga fatto in presenza perché sappiamo quanto l'essere infermiere (concetto MOLTO diverso dal "fare l'infermiere") sia delicato. Vogliamo essere sicuri al 100% di avere le competenze adeguate, prima di toccare un paziente. Non parliamo solo di "gente". Stiamo parlando di persone, di padri, di madri, di nonni... Stiamo parlando di esseri umani, che hanno il diritto di avere dei professionisti del domani, in grado di provvedere alle loro richieste e alle loro necessità.
Tanti di noi hanno anche la necessità di capire se questo mestiere, se questo "stile di vita", possa essere aderente a ciò che sono i propri desideri o meno e il tirocinio in presenza sarebbe un ottimo punto di partenza.
Noi capiamo che vi sta a cuore la nostra salute e che vogliate tutelarci, ma a questo proposito abbiamo fatto il vaccino e sarebbe nostra premura utilizzare tutte le precauzioni necessarie.
Saremo i professionisti del domani e sappiamo quanto questo comporti una grande responsabilità.

È passato un anno. Esattamente un anno fa, il 9 marzo 2020, veniva dichiarato il lockdown nazionale per combattere la diffusione del Coronavirus.

Allo stesso modo, è da circa un anno che gli studenti di infermieristica sono finiti nel dimenticatoio. Alcuni hanno dovuto accettare l’interruzione o la sospensione del loro tirocinio conseguentemente all’arrivo della pandemia, comprendendo, seppur con difficoltà, le ragioni di tale scelta da parte delle Università. Altri invece in reparto non ci sono mai entrati, rimanendo a casa a seguire i cosiddetti “tirocini online”. Parola che, già di per sé, è antitetica. Dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la definizione che si trova di “tirocinio” è la seguente: “Il tirocinio è un periodo di orientamento e di formazione, svolto in un contesto lavorativo e volto all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Dunque, a quale scopo può essere utile un tirocinio svolto da casa? Sicuramente da un punto di vista teorico aiuta nella realizzazione della parte intellettuale della professione, ma come può essere utile da un punto di vista pratico? Anche il regolamento del Corso di Laurea prevede un’esperienza di tirocinio, nei tre anni, di tipo pratico. Dunque, non è solo un nostro diritto ma anche un nostro dovere. Per farvi un’idea, il primo anno le ore di tirocinio pratico da svolgere sono 240, il secondo 450 ed il terzo 690. In totale 1380.

Se il tirocinio online poteva essere comprensibile un anno fa, quando la pandemia era appena scoppiata e non si sapeva da che parte sbattere la testa, adesso che è passato così tanto tempo, perché siamo finiti nuovamente nella stessa identica situazione? A noi ragazzi del primo anno è stato comunicato che il tirocinio di maggio-giugno verrà svolto in via telematica. Niente reparto per noi che saremo, come tutti gli studenti di infermieristica delle altre università, i garanti della salute per il futuro. Ci chiediamo tutti il motivo.

La nostra paura più grande è di rimanere indietro con la formazione sia personale che professionale, con carenze che ci impedirebbero di diventare quei professionisti che vogliamo essere. Chi si sentirebbe sicuro a mettere le mani su una PERSONA VIVA, senza aver avuto esperienze? Stiamo parlando di vite umane.

Siamo anche arrabbiati, perché abbiamo visto durante la pandemia a cosa hanno portato i tagli alla sanità effettuati nel corso degli anni ed ora che servono migliaia di infermieri gli studenti non vengono formati come dovrebbero. Siamo arrabbiati perché il sistema universitario è lasciato a sé stesso, non abbiamo mai sentiti parlare ai telegiornali di questi problemi, non abbiamo mai sentito qualcuno che si battesse per noi. Ci hanno abbandonati.

Ciò che ci consola, ma non pensate che ci faccia stare meglio, è il fatto di non essere soli in questa situazione: ci sono altre migliaia di studenti, dal primo al terzo anno, aspiranti infermieri in tante altre facoltà che hanno i nostri stessi problemi.

Scriviamo queste parole perché vogliamo che qualcosa cambi in questa situazione. Chiediamo soluzioni, non vie di fuga. E speriamo, soprattutto, che non finiscano nel dimenticatoio perché se dovesse accadere, non ci rimetteremmo solo noi studenti, ma tutto il Servizio Sanitario Nazionale, che in futuro si ritroverebbe con decine di infermieri con enormi carenze.

 

    Foto Mario Sofia

 

 

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