Up Mostra La riscoperta della Fiera di Saluzzo di Carlo Pittara Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2019



MOSTRA LA RISCOPERTA DELLA "FIERA DI SALUZZO" DI CARLO PITTARA

 

Torino, 18 Dicembre 2019



La GAM di Torino propone al pubblico una mostra per riscoprire un importante dipinto delle proprie collezioni, mai più esposto da trentotto anni. Si tratta della maestosa Fiera di Saluzzo (sec.XVII), presentata da Carlo Pittara nel 1880 alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino, che rievoca una fiera seicentesca con animali, ambientata poco fuori le mura di Saluzzo, dalle dimensioni monumentali: 4,08 metri di altezza per 8,11 metri di larghezza.

Nel giugno del 1880, durante l’Esposizione, il dipinto fu acquistato dal barone Ignazio Weil-Weiss e solo nel 1917 entrò a far parte delle collezioni della GAM di Torino. L’opera fu esposta per l’ultima volta nell’estate del 1981 a Palazzo Madama, nell’ambito della mostra Alfredo d’Andrade. Tutela e restauro, la tela fu poi avvolta su rullo e riposta nei depositi del Museo dove è stata conservata fino a oggi.

La mostra, a cura di Virginia Bertone tratteggia la formazione di Carlo Pittara e gli anni della “Scuola di Rivara”, per concentrarsi sulla storia e la fortuna critica della Fiera di Saluzzo. Il riallestimento del dipinto è quindi un’occasione di riscoperta, studio e approfondimento, per cercare di ritrovare le motivazioni della grande raffigurazione. Nello stesso tempo l’esposizione del dipinto ha permesso di verificare le sue condizioni conservative, a tale scopo è stato realizzato un nuovo telaio in sostituzione di quello non più utilizzabile del 1981.

La grande opera suscitò grande entusiasmo del pubblico che visitò l’Esposizione Nazionale, per l’originalità dell’invenzione, la resa realistica della ricostruzione dell’antica fiera, accanto alla dimensione a scala naturale della rappresentazione. Il risultato è sorprendente: una grande parata di cavalieri, personaggi in costume e moltissimi animali: dalle capre ai bovini, dai cavalli di razza a quelli da tiro, dagli animali da cortile ai cani, fino alla scimmietta ritratta sulla spalla di un giovane con lo scopo di attrarre l’attenzione sulla merce di un pittoresco venditore di chincaglieria. Una sorta di grande affresco, se non addirittura la premonizione di una visione da cinemascope.

Al dipinto è affiancato un grande grafico che permette di individuare gli edifici e le dimore saluzzesi, e apprezzare le diverse specie degli animali raffigurati. Per il riconoscimento e lo studio degli animali dipinti con grande competenza da Pittara, la mostra si avvale in particolare dell’apporto di alcuni Docenti ed ex Docenti del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, nell’ambito di una collaborazione in occasione delle celebrazioni per i 250 anni dalla fondazione della Scuola Veterinaria di Torino.

A concludere il percorso è una sezione dedicata all’Esposizione Nazionale del 1880 che propone i diversi acquisti della Città di Torino per il Museo Civico, a partire da una delle tele premiate: La deposizione di Papa Silverio di Cesare Maccari, che riflette un’impressionante ricerca di verità nella rappresentazione delle figure, anche qui grandi al vero, ispirate all’età romana tardoantica. Alla rievocazione dei primi martiri è dedicato il marmo dell’Eulalia Cristiana di Emilio Franceschi, anch’esso premiato, mentre al gusto orientalista rispondeva la rappresentazione sensuale della Schiava di Giacomo Ginotti. L’indagine compiuta in occasione della mostra ha permesso di mettere in luce, all’interno della collezione della GAM, diverse altre opere che parteciparono a quella manifestazione e che furono donate al Museo in momenti successivi: è il caso di un soggetto non lontano da quello Pittara, come la Fiera di animali a Moncalieri di Felice Cerruti Bauduc, che fu però completamente oscurato dalla presenza della Fiera di Saluzzo, o ancora il singolare soggetto dell’ormai anziano Francesco Gonin, Il primo cavallo domato dall’uomo. Sono inoltre esposti gli splendidi Studi per le “Tentazioni di Sant’Antonio” di Domenico Morelli che permettono di rievocare la presenza del dipinto che l’artista presentò con successo all’Esposizione. Domenico Morelli veniva premiato in quell’occasione con un diploma d’onore, mentre Antonio Fontanesi, che si presentava con la sua ultima fatica Le nubi, veniva ignorato ed escluso dalle premiazioni.

La mostra si avvale della collaborazione scientifica di Lea Antonioletti, Sonia Damiano e Alice Guido ed è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

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