Up Mostra fotografica 'Pazza idea' - Parte seconda Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2025



"PAZZA IDEA: LE ICONE POP DI ANGELO FRONTONI" IN MOSTRA ALLA MOLE - Parte II

 

Torino, 20 Settembre 2025

Una mostra immersiva tra cinema, corpi e rivoluzione dell’immagine

Una mostra fotografica che è più di un omaggio a un fotografo: è una riflessione sul potere dell’immagine, sul corpo come linguaggio, sul desiderio come motore culturale. Al Museo Nazionale del Cinema di Torino, arriva Pazza Idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni, dal 20 settembre 2025 al 9 marzo 2026.

Curata dal direttore Carlo Chatrian con Roberta Basano ed Elena Boux, la mostra è un viaggio sensoriale e visivo dentro l’archivio di uno dei grandi ritrattisti del Novecento. Angelo Frontoni (1929-2002), fotografo barocco, autorevole ma sempre sull’orlo dell’eccesso, ha catturato il volto e il corpo delle dive del cinema e della TV, raccontando un’Italia in trasformazione – sensuale, ironica, provocatoria.

Un progetto nato dagli archivi e dalla passione

La mostra nasce da un archivio vivo, che il Museo ha custodito e valorizzato grazie a un lavoro di oltre vent’anni. Più di 500.000 immagini salvate dalla dispersione, un fondo che racconta la storia del costume, del cinema e della fotografia italiana. Una memoria analogica che oggi acquista un’urgenza nuova, in un’epoca dove ogni immagine è manipolabile e modificabile. Il presidente del museo Enzo Ghigo parla di soddisfazione e orgoglio per aver saputo restituire vita a questo patrimonio visivo:
“È un’occasione per valorizzare non solo l’archivio, ma anche l’enorme lavoro dei professionisti che hanno reso possibile tutto questo in tempi rapidi.”

Il titolo, Pazza Idea, è una citazione da Patty Pravo, musa pop e figura emblematica di un’Italia alla ricerca di nuove forme di libertà. Come nel celebre caso in cui fu usata per pubblicizzare Lo squalo di Steven Spielberg in Italia– pur non avendo nulla a che vedere con la pellicola – l’immagine della diva diventa emblema della cultura del montaggio, dell’assemblaggio di significati. Un’operazione tipica di Frontoni: mettere insieme elementi distanti per creare riflessioni nuove.

E così la mostra procede come un montaggio cinematografico, con sequenze narrative introdotte da pannelli che riportano titoli di canzoni dell’epoca, accompagnate da una playlist. La musica, leggera come il tocco del fotografo, accompagna lo spettatore in un percorso immersivo fatto di corpi, costumi stravaganti e desideri.

Un’esplosione visiva: tra cinema, moda e televisione

La mostra si apre nell’Aula del Tempio, dove tre enormi schermi sospesi a 18 metri d’altezza trasformano la cupola della Mole in uno spazio galleggiante di immagini e proiezioni. È il cinema che incontra la fotografia, in un dialogo visivo tra passato e presente.

Sulla Rampa Elicoidale, il visitatore incontra oltre 200 fotografie analogiche, che ritraggono numerosi protagonisti dello spettacolo: da Jane Fonda a Raffaella Carrà, da Sophia Loren a Jane Birkin, da Claudia Cardinale a Liza Minelli. Ogni scatto è una storia a sé, un racconto del costume, della sessualità, dello stile del periodo che va dal ’68 fino agli inizi degli anni ’80

Seduzione e complicità

Frontoni non fotografava da lontano. Il suo non è uno sguardo voyeuristico, ma partecipe. Molti dei soggetti immortalati erano suoi amici, il suo approccio era giocoso, complice, mai manipolatorio. Le dive si mostravano a lui con fiducia, e lui restituiva la loro immagine con ironia e affetto.

La fotografia, qui, non è solo documento: è specchio e desiderio, è cinema statico, come lo definiva lo stesso Frontoni. Un caleidoscopio visivo che attraversa i generi – dal glamour alla moda, fino alla pubblicità – senza mai perdere la sua identità.

Corpo e immagine: in dialogo con il presente

In un tempo in cui il corpo è al centro del dibattito pubblico – tra esibizione, censura e rivendicazione – la mostra vuole parlare presente. Il corpo come linguaggio politico e culturale, strumento di espressione, è un fil rouge del progetto. Alcune immagini sono esplicite, altre velate, ma tutte interrogano il modo in cui ci rappresentiamo e ci lasciamo rappresentare.

E proprio per questo, la mostra è composta da fotografie analogiche. Un gesto quasi radicale, in tempi di AI e filtri digitali: tornare alla pellicola, al formato 35mm, alla materia reale dell’immagine.

Non manca il coinvolgimento diretto del pubblico: all’esterno della Mole, quattro pannelli a specchio permettono ai passanti di fotografarsi accanto alle immagini delle icone esposte. Un gioco tra passato e presente, tra star system e cultura di massa.

Una mostra da non perdere

Pazza Idea non è solo una mostra fotografica: è un manifesto visivo, un esperimento curatoriale, un gesto critico e affettuoso verso un’epoca che ha ancora tanto da dire. È l’occasione per scoprire (o riscoprire) un autore dallo sguardo potente, a lungo incompreso dagli storici, ma anche per riflettere su cosa significa essere visibili, desiderabili, rappresentati – ieri come oggi.

Un’esperienza visiva e politica, per chi ama la fotografia, il cinema, la storia del costume, ma anche per chi cerca in una mostra qualcosa che resti nella testa e nello sguardo.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

   VBS50 Network Photography Torino

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