Up Presentazione 'Exposed Torino Foto Festival' Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2025



PRESENTAZIONE "EXPOSED TORINO FOTO FESTIVAL"

 

Torino, 4 Febbraio 2025

Beneath the Surface: il ritorno di EXPOSED Torino Foto Festival Un viaggio internazionale nella fotografia contemporanea con 16 artisti da 12 Paesi. Menno Liauw e Salvatore Vitale: “il festival è un motore di nuove idee, un luogo in cui far incontrare visioni artistiche e riflessioni critiche, che trascendono i confini geografici”

Torino, 4 febbraio 2025 – Prime anticipazioni sulla seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival (16 aprile - 2 giugno 2025). 12 mostre, tra personali e collettive, 16 artisti provenienti da 12 paesi (Italia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti, Taiwan, Hong Kong, Bolivia, Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe, Sud Africa e Palestina), 7 prestigiose sedi espositive (Accademia Albertina di Belle Arti, Archivio di Stato, Camera – Centro Italiano per la fotografia, Gallerie d’Italia - Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, OGR Torino e Palazzo Carignano): questi in sintesi i numeri di EXPOSED Torino Foto Festival, che presenta una panoramica internazionale delle ultime tendenze della fotografia contemporanea. “Beneath the Surface” è il tema della seconda edizione del Festival, organizzata dalla Fondazione per la Cultura Torino, sotto la guida dei direttori artistici Menno Liauw e Salvatore Vitale, e promosso da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in sinergia con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

Il tema del festival invita a esplorare realtà e contenuti nascosti sotto la superficie delle immagini, non solo quelle catturate dagli obiettivi degli artisti, ma anche quelle generate, trasformate, ritoccate, attraverso tecnologie sempre più avanzate e interconnesse tra loro. Lo sguardo degli artisti ci restituisce da nuove prospettive la complessità del presente, cogliendo aspetti inediti del nostro tempo; la fotografia riporta in primo piano una riflessione critica su temi attuali nel dibattito contemporaneo, come il cambiamento climatico, la prospettiva postcoloniale, i veloci mutamenti degli equilibri geopolitici. "L'internazionalità è il cuore pulsante di EXPOSED Foto Festival Torino, un tratto che si riflette sia nella selezione degli artisti coinvolti, provenienti da contesti e culture diverse, sia nelle tematiche affrontate, che esplorano questioni globali. In questo senso EXPOSED non è solo un festival, ma anche un motore di nuove idee, un luogo in cui far incontrare visioni artistiche e riflessioni critiche, che trascendono i confini geografici, per affrontare le sfide del nostro tempo con uno sguardo creativo e inclusivo", hanno dichiarato i direttori artistici Menno Liauw e Salvatore Vitale.

Le novità della seconda edizione: il quartier generale e la gratuità

Scopo di questa seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival è coinvolgere un pubblico ampio, con un occhio di riguardo ai giovani. Di qui la scelta di rendere la manifestazione accessibile gratuitamente a tutti (su prenotazione tramite Qr Code), o con un prezzo speciale di 5 euro per la mostra alle Gallerie d’Italia – Torino dedicata all’artista afrodiscendente americana Carrie Mae Weems.

L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino sarà il quartier generale del festival. All’Accademia debutterà la prima produzione originale del festival, che vedrà protagonista la giovane fotografa emergente Valeria Cherchi, indicata nel 2018 nel "Ones to Watch" dal British Journal of Photography come uno dei sedici migliori talenti emergenti a livello globale. Altro giovane talento femminile che sarà presente all’Accademia Albertina è Silvia Rosi, artista italiana-togolese, vincitrice del C/O Berlin Talent Award 2024, che attraverso la sua opera porta in primo piano una riflessione sulla rappresentazione delle seconde generazioni della diaspora africana italiana.

Le contraddizioni della provincia americana, un mix di cultura rurale e urbana, un’atmosfera sospesa tra passato e futuro, prendono vita invece dagli scatti di Gregory Halpern, uno dei fotografi dell'Agenzia Magnum, che approda sempre all’Accademia di Belle Arti con il progetto Omaha Sketchbook, realizzato a Omaha, in Nebraska dal 2005 al 2019.

Atteso sempre all’Accademia Albertina di Belle Arti, Georges Senga che presenta a Torino il progetto dal titolo Décalquer, realizzato in collaborazione con il MAO Museo di Arte Orientale di Torino. Nato nella Repubblica Democratica del Congo, Senga ha ricostruito attraverso le sue opere una storia di colonialismo avvenuta tra gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso, dai risvolti atroci.

Da Gallerie d’Italia e GAM le altre anticipazioni

Le tensioni razziali, le differenze di classe e di genere sono al centro dell’universo visivo di Carrie Mae Weems, una delle più importanti esponenti della fotografia internazionale che approda Gallerie d’Italia - Torino di Intesa Sanpaolo con una retrospettiva che porta il suo nome, in collaborazione con Aperture Foundation. Al centro della mostra, che si intitola CARRIE MAE WEEMS. THE HEART OF THE MATTER e che sarà inaugurata dall’artista attesa a Torino per l’apertura di EXPOSED, il nuovo progetto “Preach”, realizzato per questa esposizione su committenza originale. Si tratta di un’ambiziosa e intensa installazione che ripercorre la religione e la spiritualità per gli afrodiscendenti americani attraverso le generazioni. La mostra è curata da Sarah Meister, Executive Director of Aperture Foundation, con un passato da curatrice presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York e vede anche la collaborazione della Fondazione Compagnia di San Paolo per iniziative di formazione e inclusione sul territorio.

Obiettivo dichiarato del festival, che dalla sua prima edizione ha lanciato un Grant, è sostenere la pratica di giovani talenti. A vincere nel 2024 EXPOSED GRANT for Contemporary Photography, è stato il giovane boliviano River Claure, che esporrà alla GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Once upon a time in the jungle, è questo il titolo della personale di Claure. Si tratta di una serie di scatti in cui l’immaginario del western americano si intreccia con il mito della giungla del XIX secolo, un mito che di fatto non prende in considerazione le popolazioni dell’Amazzonia, ma rappresenta la giungla solo come una terra desolata e ricca di risorse da sfruttare.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

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