Up Riapre il Museo di Scienze Naturali Slideshow

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Foto: Renato Valterza © 2023



RIAPRE IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI

Accessibili tre sale per 2 mila mq di allestimento: novità i videomapping e l'avatar per dialogare

 

Torino, 12 Gennaio 2024

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino - istituito dalla Regione Piemonte nel 1978, la cui sede è nell’edificio storico che originariamente ospitava l’Ospedale San Giovanni Battista – riapre al pubblico a partire da sabato 13 gennaio dopo oltre dieci anni di chiusura, dovuta agli interventi resi necessari a seguito dell’incendio (agosto 2013) che ha danneggiato parte dell'edificio. A questo si sono aggiunti numerosi interventi infrastrutturali, di messa in sicurezza e di adeguamento.

In occasione della nuova apertura al pubblico il MRSN sarà a ingresso gratuito dal 13 gennaio al 2 febbraio 2024 - prenotazione online info sul sito https://mrsntorino.it/.

“Quando ci siamo insediati il Museo Regionale era chiuso, i lavori bloccati, non c’erano le risorse per completarli e questo ha rappresentato per anni una ferita aperta per Torino e per il Piemonte - dichiarano il Presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e al Patrimonio Andrea Tronzano - Abbiamo fatto un grandissimo lavoro per sbloccare quest’opera e ci siamo riusciti. Il cantiere è ripartito, abbiamo individuato le risorse per finanziare i lavori e oggi riapriamo finalmente uno dei luoghi più amati dai piemontesi. Siamo orgogliosi dei risultati, il 2024 è l’anno della rinascita del Museo che torna a essere fruibile per cittadini, turisti, scuole e associazioni”.

Al Museo, dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di reperti naturalistici oltre che alla divulgazione delle collezioni di storia naturale provenienti in parte dall'Università di Torino e in parte acquisite dal museo stesso, si accede dal portone di via Accademia Albertina 15. L’entrata, che reca ancora la scritta ‘Museo di Zoologia’, è quella storica, che si aprì nel 1936 quando l’allora Museo di Storia Naturale, organizzato su diversi piani a Palazzo Carignano, venne trasferito all’interno del palazzo dell’Ospedale di San Giovanni per lasciare posto al Museo del Risorgimento.

Tra le novità, a disposizione del pubblico, 2 videomapping e un totem dotato di Intelligenza Artificiale generativa. Il nuovo percorso espositivo, infatti, si è arricchito di installazioni multimediali e il visitatore sarà accolto da coinvolgenti esperienze immersive. Un videomapping interattivo è proiettato in loop, tutti i giorni, su uno schermo gigante di 15x6 metri al fondo della sala Arca delle Esplorazioni. L’altro, invece, direttamente sul corpo dell’elefante Fritz (compaiono proiettati, uno dopo l’altro, gli organi interni dell’icona del Museo). Il totem, all’interno del quale si trova l’avatar di Sir Alfred Russel Wallace, il padre della biogeografia con cui l’ospite potrà dialogare, sarà posizionato nella parte storica del MRSN.

Per la riapertura, il Museo Regionale di Scienze Naturali ospita fino al 2 febbraio 2024 ‘Porte aperte alla scienza’, un programma culturale organizzato da Fondazione Circolo dei lettori e Regione Piemonte. Oltre agli appuntamenti già sold out del 12 e del 13 gennaio (la biologa marina Mariasole Bianco in un talk dal titolo Pianeta oceano e lo show di Giovanni Muciaccia che guiderà grandi e piccoli in un ‘attacco di creatività) la rassegna proseguirà i tre venerdì successivi, 19 e 26 gennaio e 2 febbraio, con una serie di talk su scienza e arte, curati da Luca Beatrice.

“Riaprire un museo è un segnale importante perché significa aprire alla cultura un pezzettino di mondo, uno spazio comune, un luogo di incontro. In questo grandioso edificio del centro di Torino, la Fondazione mette il suo mattone per ricominciare a fare divulgazione e sensibilizzare adulti, bambini, cittadine e cittadini sui temi di una grande responsabilità comune: salvare e salvaguardare il mondo”, commenta Giulio Biino, presidente Fondazione Circolo dei lettori.

Il rinnovato percorso espositivo del MRSN si sviluppa su tre principali aree: Museo Storico di Zoologia, Arca delle Esplorazioni e Sala delle Meraviglie.

1. Museo Storico di Zoologia
Sezione che ospita esemplari ‘naturalizzati’ e scheletri, offrendo ai visitatori un’affascinante visione della storia delle collezioni zoologiche conservate.
Il Museo di Zoologia permette di esplorare la fauna dei cinque continenti e di entusiasmarsi per molti reperti ‘naturalizzati’ che hanno più di duecento anni. Sono parte delle collezioni dell’Università degli Studi di Torino, lasciate in comodato d’uso alla Regione Piemonte. Centinaia gli esemplari, risultato di ricerche e di viaggi sulle orme dei più insigni zoologi torinesi che, succedutisi alla Direzione del Museo, hanno arricchito le collezioni e formato generazioni di illustri studiosi. Per primo Franco Andrea Bonelli che, agli inizi dell’800, viaggiò per l’Europa per acquistare pelli di animali da poter esporre: uno degli esemplari è un ippopotamo proveniente dal Capo di Buona Speranza e da lui comprato a Londra nel 1823.
Al centro del Museo di Zoologia si trova l’elefante Fritz, dono del Viceré d'Egitto ai Savoia nel 1827, allevato per anni nel serraglio della Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’esemplare in pelle vera dell’animale è affiancato dal suo scheletro, preparato separatamente come da usanza.
I reperti, collocati nei grandi armadi storici restaurati, alcuni dei quali in noce massiccio lavorato, sono suddivisi geograficamente e raccontano la fauna dei diversi continenti. Dall’Oceania in cui sono presentati alcuni curiosi marsupiali come il vombato e il koala, alla Nuova Guinea che propone numerosi rappresentanti di ‘uccelli del Paradiso’, i cui maschi hanno colori brillanti e iridescenti e piume ornamentali modificate in ciuffi e bargigli. Il percorso prosegue dall’America meridionale a quella settentrionale con numerose specie di pinguini, il condor delle Ande, il bradipo, il giaguaro e l’alligatore del Mississippi. Anche le regioni italiane sono rappresentate. Ad esempio, la fauna delle Alpi è presente con la marmotta, l’ermellino, il camoscio, il capriolo, il picchio, il gufo, la lepre, il tasso, l’istrice e molto altro. Un’area è stata destinata a ospitare armadi storici recentemente trasferiti da Palazzo Carignano e restaurati per ospitare una collezione assai significativa: gli scheletri del Museo di Anatomia comparata dell’Università di Torino. Una raccolta di decine di scheletri organizzati per evidenziare l’adattamento dell’animale: al nuoto, al volo, al salto, all’arrampicata ecc.

2. Arca delle Esplorazioni
La seconda Area è dedicata ai viaggi naturalistici che nel corso del tempo hanno contribuito all’arricchimento delle collezioni. Visitabile nel nuovo percorso espositivo è l’Arca, già progettata dall’architetto Andrea Bruno sul finire degli anni ’90 del secolo scorso e inaugurata nel 2000. La struttura espositiva che evoca una nave ha generato lo spunto per sviluppare la tematica del viaggio, in particolare di quello esplorativo che, nel succedersi dei decenni, ha portato all’arricchimento delle collezioni del museo torinese. Al centro di questa sezione si erge l’eccezionale scheletro di una balenottera spiaggiata a Bordighera a metà dell’Ottocento.

3. Sala delle Meraviglie
Nella terza sala i visitatori possono ammirare una selezione della ricchezza e della varietà dei reperti di proprietà sia dell’Università sia della Regione Piemonte. Dal grande al piccolo. Grande, come i due modelli di mastodonte e di rinoceronte, testimoni della vita di qualche milione di anni fa in Piemonte. Piccolo, come alcuni insetti che sono espressione di una enorme variabilità di forme, declinata attraverso un’esposizione della diversità di coleotteri e lepidotteri.
La ‘Meraviglia’ è declinata anche attraverso la diversità delle forme. La foglia diventa protagonista di una infinita varietà di linee così come i cristalli, con i colori e forme della rodocrosite, dell’azzurrite, dell’eblaite, del quarzo ematoide sino ad alcuni gioielli veri e propri nel campo del collezionismo mineralogico provenienti dalla val d’Ala e dalle miniere di Brosso e Traversella.

 

 

    Foto Renato Valterza

 

 

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