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    Nizza

La casa di “Manuele Airaudo” : il meritricio peccato tollerato

Il ruolo subalterno della donna nella società medievale trova riscontro a Nizza Monferrato anche nelle disposizioni statutarie, che lo ribadiscono addirittura in riferimento alle funzioni religiose. Si legge infatti “che qualunque donna non possa né debba andare, né stare, nella parte superiore della Chiesa dove si trattengono gli uomini mentre si celebra l’officio divino”.
Le relazioni tra i sessi erano rigorosamente distinte in lecite se all’interno del matrimonio, illecite al di fuori di esso. Il che ovviamente non impediva il proliferare di luoghi e situazioni dove piacere e lussuria potessero trovare libero sfogo. In Nizza come altrove il Comune condannava la prostituzione, ma non la impediva, anzi si preoccupava di normarla, regolamentando e controllando il “pubblico meretricio”. Sono ancora gli Statuti a stabilire “che il postribolo non possa essere tenuto in alcun luogo se non nelle vie che corrono intorno allo spalto”. Di giorno le prostitute potevano stare unicamente “nella propria casa o nella casa di Manuele Airaudo”, nessuno poteva dare loro ospitalità, né potevano trattenersi a bere o mangiare nelle taverne.
Le meretrici pubbliche erano tenute ad indossare un abbigliamento inusuale, vistoso e ben distinguibile da quello delle altre donne. In particolare indossavano veli color zafferano, scialli corti, gonne gialle o rosso porpora e portavano sul capo vistosi ornamenti e nastri di colore rossiccio.