CULTURE, EDUCAZIONE E LIBERTÀ FEMMINILE
Pregiudizi tra sessismo e razzismo
Università degli Studi di Torino - Aula 3 di
Palazzo Nuovo
Introduce i lavori
Mariagrazia Pellerino, Assessora alle
Politiche Educative
Coordina
Anna Maria Venera, Responsabile
Settore Formazione ITER
Interventi:
-
Irene Biemmi, Ricercatrice Università di
Firenze, formatrice e autrice di libri per
l’infanzia
Infanzia e pregiudizi di genere: quando
nasce la differenza?
- Paola Torrioni, Ricercatrice,
Dipartimento di Culture, Politica e
Società, Università di Torino
Genere e cultura: tradizionalismo e
innovazione nei rapporti tra i generi
- Mercedes Caceres, Maria Teresa
Calloni, Centro Interculturale delle
donne Alma Mater di Torino
Dall'invisibilità alla partecipazione.
Inter-azione e relazioni tra donne per un
percorso di conoscenza e consapevolezza
di sé e del mondo verso l'autonomia e
l'autodeterminazione
- Pierangela Mela, Docente Scuola
Secondaria di secondo grado,
Associazione Scambiaidee
Percorsi per educare alla differenza
I maschi sono così… le femmine sono cosà… Agli inizi del duemila bambini e
bambine sono ancora pesantemente
condizionati da stereotipi culturali basati
sul proprio sesso di appartenenza.
Stereotipi e pregiudizi sono frutto di
categorizzazioni sociali che hanno lo
scopo di organizzare la conoscenza della
realtà sociale, semplificandola, in modo
da renderla più accessibile.
Il più grande sforzo di costruzione delle
categorie è compiuto durante l’infanzia,
spazio evolutivo in cui il processo di
acquisizione dei concetti va realizzandosi
attraverso un non facile processo di
controllo delle ipotesi, fondato sul
mantenimento o sull’eliminazione dei
concetti in relazione alla conferma o alla
disconferma esperienziale.
La funzione della categorizzazione
appare di primaria rilevanza se si
considera che essa costituisce la via
maestra per l’organizzazione e la
costruzione della realtà.
Le categorie di genere stanno a
fondamento dell’organizzazione sociale:
la differenziazione sessuale dei ruoli
maschili e femminili poggia su schemi
sociali sedimentati storicamente e
assorbiti fin dalla primissima infanzia.
Il problema è che questi schemi
vincolano le libertà di scelta e di
progettualità individuali costringendo
bambini e bambine, ragazzi e ragazze, ad
incanalarsi in binari preconfezionati.
L’incontro darà l’opportunità di
affrontare una breve analisi di ciò che le
recenti ricerche sociologiche mettono in
evidenza su valori e norme associati ai
ruoli di genere.
Si presenterà una
recente produzione editoriale dedicata
all’infanzia che propone letture che
lasciano spazio all’immaginario e
garantiscono libertà di pensiero.
La finalità dell’incontro è quella di
analizzare il pregiudizio, la cui
“costruzione” viene osservata e letta
attraverso l’analisi degli atteggiamenti
prodotti dai bambini e dalle bambine
che, nel quotidiano esprimono
preferenze ed orientamenti sostenuti
dall’appartenenza di “genere” ed
“etnia”.
Si propone una riflessione su alcuni temi
salienti della complessa ed affascinante
sfida che oggi il problema della
convivenza globale rivolge a ciascun
individuo ed in particolare a chi
proponendosi come adulto educante
svolge la fondamentale funzione di
negoziatore di pensieri, di emozioni e di
atteggiamenti nei confronti dell’Altro. Si
tratta di agire disponendosi al confronto,
all’incontro, al dialogo. Dispositivi questi
che vanno promossi e costruiti
attraverso l’educazione,
l’unica a essere in grado di demolire i
pregiudizi, di superare le chiusure
derivanti dall’appartenenza di genere
e/o etnica.
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