LA MONTAGNA NELLA CITTA' METROPOLITANA
Attrazione e utilizzo dei fondi europei a sostegno dello sviluppo dei territori montani, utilizzo dei fondi ATO legati allo sfruttamento dell’acqua potabile captata nelle sorgenti di montagna, costruzione di una nuova economia verde sostenuta dalle nuove tecnologie, superamento del divario digitale nei territori montani.
Se ne è parlato stamani nella sede di corso Inghilterra della Città Metropolitana di Torino nel corso di un incontro promosso dall’UNCEM Piemonte e dall’Ente di area vasta che ha raccolto l’eredità amministrativa della Provincia di Torino. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del confronto sul Piano Strategico di cui la Città Metropolitana si doterà per programmare le sue politiche a favore dello sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.
Aprendo i lavori del dibattito, il Vicesindaco metropolitano Alberto Avetta ha fatto riferimento alla validità dell’impostazione politica di cui, sin dagli anni ’60, si fece promotore l’avvocato Gianni Oberto, che fu Presidente della Provincia di Torino dal 1965 al 1970 e Presidente della Regione Piemonte dal 1973 al 1975. Oberto credeva nel protagonismo delle realtà locali e condusse appassionate battaglie culturali e politiche per il rispetto del valore economico, ambientale e sociale della montagna.
Lido Riba, Presidente di UNCEM Piemonte, ha insistitito sulla specificità della intervento_Riba_1 (Rid) Città Metropolitana di Torino e ha invitato gli amministratori locali a superare la logica dei municipalismi e dei particolarismi. E’ una logica certamente difficile a archiviare in una Regione in cui le Unioni Montane sono troppo frammentate. Secondo Riba, per non essere una semplice riproposizione delle Comunità Montane, le Unioni non possono solo gestire solo i servizi pubblici in forma associata. Devono essere protagoniste delle politiche per la montagna.
Anche Aldo Reschigna, Assessore regionale al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico, ha sottolineato l’esigenza di superare l’eccessiva frammentazione delle Unioni Montane e di selezionare attentamente i grandi progetti strategici destinati a riequilibrare il rapporto tra aree urbane e montane forti e aree marginali.
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