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GESU'. IL CORPO, IL VOLTO NELL'ARTE
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Gesù.
Il corpo, il volto nell’arte.
Un percorso tra 180 opere in arrivo da importanti
istituzioni museali italiane e straniere che parte delle rappresentazioni
paleocristiane ed arriva al Barocco, attraversando capolavoti assoluti. Come
quel Crocefisso di in legno di tiglio intagliato, preso come immagine guida
dell’esposizione, realizzato (per dovere di cronaca riportiamo che ancora
molti esperti non sono d’accordo con l’attribuzione) dal giovane
Michelangelo Buonarroti tra il 1492 ed il 1493 per l’altar maggiore della
chiesa di Santo Spirito a Firenze. La figura di Gesù ha qui un aspetto
giovanile, la struttura corporea è delicata e il volto esprime un dolore
intimo e trattenuto che eleva la sofferenza della Passione ad un piano
spirituale.
Curata da monsignor Timothy Verdon (professore di Storia dell’arte presso la
Stanford University di Firenze e Canonico del Capitolo della Cattedrale di
Santa Maria del Fiore di Firenze) ed allestita in occasione dell’ostensione
della Sacra Sindone, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 1° agosto.
“La mostra – scrive il curatore – permetterà di riscoprire la centralità del
corpo nel pensiero europeo nonché d’interrogarsi sul legame tra corpo umano
e identità divina implicito nei culti della Sindone e della Veronica; invita
infine a meditare il pathos che la morale giudeo-cristiana da sempre associa
all’immolazione corporea a servizio di altri. Le opere esposte sono
organizzate in un percorso inteso a suggerire sia l’ampiezza del concetto
cristiano “Corpo di Cristo”, sia gli esiti funzionali di questo concetto nel
rito. L’intera mostra è introdotta da un breve percorso storico-artistico,
inteso a ricordare alcuni passaggi fondamentali per la rappresentazione del
corpo nell’arte occidentale: l’assimilazione paleocristiana del naturalismo
grecoromano antico; la spiritualizzazione bizantina del corpo; la nuova
enfasi umana nell’ambito del primo francescanesimo e la riscoperta del corpo
classicamente bello nel “proto-rinascimento” del XIII secolo”.
Il racconto è affidato a dipinti, sculture, arazzi, affreschi staccati,
miniature, suppellettili, oreficerie e paramenti sacri e, come accennato non
mancano i capolavori. Cerano, Correggio, Luca della Robbia, Guercino,
Filippino Lippi, Lorenzo Lotto, Andrea Mantegna, Hans Memling, Tintoretto,
Paolo Veronese, Rogier van der Weyden sono alcuni dei nomi proposti, e tra
questi spiccano l’Imbalsamazione di Cristo di Giovanni Bellini, la Trinità
con Cristo morto di Ludovico Carracci, il grande Crocifisso d’argento di
Antonio del Pollaiolo, il Sacrificio di Isacco di Donatello, il Cristo
portacroce di Giorgione.